La stazione spaziale Tiangong-1 si schianterà sulla Terra
MondoMancano pochi mesi alla caduta del "Palazzo Celeste" da 8,5 tonnellate sul nostro pianeta. Il vettore cinese, fuori controllo dal 2016, potrebbe raggiungere la Terra tra la fine del 2017 e l'aprile del 2018
Uno schianto fuori controllo e già annunciato. È quello che segnerà la fine della missione della stazione spaziale cinese Tiangong-1, un colosso da 8,5 tonnellate destinato, secondo i calcoli degli scienziati, a impattare contro il suolo terrestre tra gennaio e febbraio 2018.
Fuori controllo
La stazione orbitante della Repubblica Popolare, la cui traduzione dal mandarino suona come "Palazzo celeste", è stata lanciata nel 2011 ed è stata presentata come "un potente simbolo politico" del rientro della Cina fra le superpotenze spaziali. Fatto confermato anche dall'efficienza di Tiangong-1 che è stato usato per diverse missioni, con e senza equipaggio, fra le quali quella che nel 2012 ha portato in orbita Liu Yang, la prima astronauta donna cinese. Quattro anni dopo, nel 2016, e dopo diversi rumors, le autorità cinesi hanno confermato ufficialmente di aver perso il controllo della stazione spaziale e che questa si sarebbe schiantata sulla Terra tra il 2017 e il 2018. Da allora l'orbita della stazione ha iniziato a diminuire progressivamente fino a raggiungere, nelle ultime settimane, una zona più densa dell'atmosfera terrestre da dove ha iniziato una discesa ad alta velocità.
Le varie ipotesi
Resta al momento un mistero se il "Palazzo celeste" si disintegrerà a contatto con l'atmosfera e, soprattutto, se i detriti prodotti dal laboratorio spaziale potranno raggiungere la superficie terrestre e in quale luogo. Al vaglio degli specialisti ci sono due stime distinte. La prima è quella dell'Aerospace Corporation - organizzazione americana no profit per la ricerca aerospaziale - secondo cui il rientro del veicolo è previsto tra gennaio e febbraio 2018. La seconda, comunicata dalla Cina all'Onu nel maggio 2017, prevede il rientro di Tiangong-1 in un intervallo temporale più ampio: tra ottobre 2017 e aprile 2018. Gli ingegneri della Repubblica Popolare hanno inoltre assicurato che la stazione spaziale ha mantenuto la sua integrità strutturale e che la sua orbita è sotto costante e stretta sorveglianza. Secondo calcoli e analisi effettuate, si legge ancora nella comunicazione, gran parte dei suoi componenti si disintegreranno a contatto con l'atmosfera durante il rientro. Rischi e probabilità di causare danni ad attività aeree o di terra sono molto bassi.
I precedenti
Ci sono stati diversi precedenti storici di rientri di grandi veicoli spaziali di cui si era perso il controllo. Nessuno di questi, ricorda The Guardian, ha causato ferite a persone. Nel 1991 una stazione spaziale da 20 tonnellate dell'Unione Sovietica, Salyut 7, ha impattato sulla Terra mentre era ancora collegata a un'altro veicolo dello stesso peso chiamato Cosmos 1686. Entrambi sono caduti sul suolo dell'Argentina, e i loro detriti si sono dispersi intorno alla città di Capitán Bermúdez. Nel 1979 fu il turno di Skylab, un'enorme stazione spaziale della Nasa da 77 tonnellate caduta sulla Terra dopo una discesa quasi totalmente incontrollata. I suoi pezzi, alcuni di grandi dimensioni, sono finiti sul suolo di Perth in Australia occidentale.