Catalogna, discorso di Puigdemont: sì all'indipendenza ma la sospende

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Il presidente Puigdemont è intervenuto in parlamento sugli esiti del referendum, scegliendo di sospendere la dichiarazione per favorire le trattative con l'esecutivo centrale. La vicepremier spagnola: "Proclamazione nulla". Oggi riunione di emergenza del governo

“Assumo il mandato perché la Catalogna si converta ad una Repubblica indipendente”. Così il presidente catalano Carles Puigdemont si è rivolto al Parlamento a Barcellona dopo il referendum dell'1 ottobre sull'indipendenza della Generalitat. Tuttavia Puigdemont ha scelto la via dell’indipendenza “differita”, per favorire le ipotetiche trattative con il governo spagnolo: “La Catalogna sospende la dichiarazione di indipendenza per avviare il dialogo, perché in questo momento serve a ridurre la tensione" ha spiegato.  "Il governo della Catalogna sta facendo un gesto di responsabilità e generosità - ha detto Puigdemont - Se nei prossimi giorni tutto il mondo agirà con la stessa responsabilità, tutto si potrà svolgere con calma e nel rispetto dei cittadini". Nella serata di martedì ha comunque firmato la dichiarazione di indipendenza.

“Grazie anche a chi ha votato no”

Puigdemont ha ricordato le vittime degli scontri e delle violenze legati al referendum e ha voluto ringraziare "tutti coloro che hanno permesso si realizzasse. Chi ha votato sì, chi ha votato no, chi ha votato scheda bianca. Tutti hanno reso possibile" la consultazione. "In tutti i formati possibili è stato chiesto un dialogo per un referendum come in Scozia nel 2014 - ha aggiunto - La risposta è stato un no combinato con la persecuzione della polizia, dei giudici e delle autorità spagnole contro la Catalogna, ricordando tra le altre la detenzione di 17 cariche pubbliche catalane".

“Catalogna è stata umiliata”

Il presidente catalano ha ripercorso la storia della sua Generalitat, che è stata “umiliata” quando ha tentato di modificare il suo statuto "rispettando la Costituzione", ricordando il testo di modifica dello statuto "tagliato" e "modificato" per due volte, tanto da diventare "irriconoscibile". Il processo di autonomia della Catalogna, ha dichiarato Puigdemont, ha "subito un'involuzione" nel quadro democratico spagnolo che, anzi, ha aperto ad una "ulteriore centralizzazione". Da questo punto di vista, "gli ultimi anni sono stati i peggiori in 40 anni" di storia.

Madrid: referendum "fraudolento e illegale"

La vicepremier spagnola Soraya Saen de Santamaria, in serata, ha ribadito che il referendum del primo ottobre è "nullo" così come "la legge sull'indipendenza" approvata stasera dal 'Parlament' catalano e firmata dal presidente Carles Puigdemont e ha annunciato per domani una riunione di emergenza del governo.  Secondo El Pais, il governo di Rajoy considererebbe le parole di Puidgemont "una dichiarazione di indipendenza" e starebbe preparando una risposta. Oggi, mercoledì 11 ottobre, è prevista una riunione di emergenza alle 9. Il premier spagnolo Rajoy, che ha seguito il discorso di Puigdemont dal palazzo della Moncloa, sede della Presidenza del Governo del Regno, sulla crisi riferirà invece oggi pomeriggio nel Congresso dei deputati. "È inammissibile fare una dichiarazione implicita di indipendenza e poi sospenderla in modo esplicito. Il governo non cederà a ricatti", affermano fonti del governo di Madrid citate dall'agenzia Efe, che hanno ribadito che il referendum è stato "fraudolento e illegale".

L'opposizione: "Un golpe annunciato"

Secondo la leader dell'opposizione nel Parlamento catalano, Inés Arrimadas, quanto accaduto oggi "è la cronaca di un golpe annunciato". E ha aggiunto: “Voi siete i peggiori nazionalisti d'Europa" e "non avete alcun sostegno: signor Puigdemont, lei è solo".

Alfano: "Inaccettabile"

In serata è arrivata anche la reazione del ministro degli Esteri Alfano. "L'Italia ritiene inaccettabile la dichiarazione unilaterale di indipendenza e rigetta ogni escalation. Esprimiamo la nostra fiducia nella capacità del governo spagnolo di tutelare l'ordine e la legalità costituzionali e, di conseguenza, di garantire il rispetto dei diritti di tutti i cittadini". 

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