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Un sottomarino Usa torna da una missione con una bandiera dei pirati

Mondo
Lungo 140 metri e dotato di 8 tubi lanciasiluri, il Jimmy Carter è uno dei 3 sottomarini statunitensi classe 'Seawolf' (Foto: Us Navy)

Lo 'Uss Jimmy Carter' ha esposto il vessillo dei bucanieri per festeggiare il buon esito di un incarico segreto. Si tratta di una tradizione quasi centenaria che risale alla Prima Guerra Mondiale e si deve alla Royal Navy britannica

Il sottomarino statunitense a propulsione nucleare 'Uss Jimmy Carter' ha fatto ritorno nella base navale di Kitsap-Bangor, vicino Seattle, facendo sventolare sulla torretta, accanto alla tradizionale bandiera a stelle e strisce, un vessillo dei pirati. L’esposizione della 'Jolly Roger', simbolo dei bucanieri americani ed europei e raffigurante due tibie incrociate sovrastate da un cranio bianco su sfondo nero, fa parte della tradizione delle marine militari anglosassoni, che sono solite esporre questa bandiera per festeggiare il buon esito di missioni particolarmente importanti.

Issata in segno di successo

Lo 'Uss Jimmy Carter' è un sottomarino "d’attacco", che non ha il compito di lanciare missili balistici intercontinentali ma di pattugliare i mari e, nel caso fosse necessario, affondare altri sommergibili. Lungo 140 metri e dotato di 8 tubi lanciasiluri, il Jimmy Carter è uno dei 3 sottomarini statunitensi classe 'Seawolf'. Secondo il Washington Post la missione segreta portata a termine con successo non ha a che fare con l’affondamento di una nave o di un sottomarino nemico, ma potrebbe essere legata a obiettivi logistici. Il Jimmy Carter, al suo interno, ospita infatti un modulo per le operazioni speciali che potrebbe aver trasportato i commando Navy Seals in qualche teatro operativo. In passato i 'Seawolf' sono stati utilizzati anche per collegare cavi sottomarini per le comunicazioni o per sfruttare le linee nemiche.

Tradizione nata nella Royal Navy

L'utilizzo della bandiera dei pirati accanto a quella nazionale per festeggiare un successo, secondo il Washington Post, si deve alla Royal Navy britannica. Il quotidiano statunitense, infatti, fa riferimento al libro "Sottomarini nella Guerra del 1939-45" di Richard Compton-Hall, che racconta che il primo a innalzare il vessillo fu il comandante del sottomarino di Sua Maestà 'Hms E-9', Max Horton. Nello specifico l’ufficiale decise di far sventolare la barriera dopo aver affondato un incrociatore pesante della Marina Imperiale Tedesca durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1914. Horton, secondo le cronache del tempo, fece questa scelta per rispondere all’offesa ricevuta quattordici anni prima da parte del comandante della Royal Navy, Arthur Wilson, che parlando dei marinai imbarcati sui sottomarini li aveva paragonati a "pirati", per la "bassezza del modo di combattere". In continuità con questa tradizione i sommergibili statunitensi hanno incominciato a issare le loro "bandiera di battaglia" di ritorno dalle vittorie, anche se, come nel caso della 'Uss Jimmy Carter', non è insolito avvistare una bandiera dei pirati. 


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