Migranti, Moas sospende i soccorsi nel Mediterraneo

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La ong, firmataria del Codice del Viminale: “Non è chiaro cosa succede in Libia. Non vogliamo far parte di un meccanismo in cui, mentre si fa assistenza e soccorso in mare, non ci sia la garanzia di accoglienza in porti e luoghi sicuri”. Ora aiuti ai Rohingya in Myanmar

La ong Moas ha deciso di sospendere le operazioni di ricerca e soccorso dei migranti nel Mediterraneo. L’organizzazione non governativa aveva firmato il Codice del Viminale. In un comunicato, però, ha spiegato: “Non è chiaro cosa succede in Libia ai danni delle persone più vulnerabili i cui diritti andrebbero salvaguardati in ottemperanza al Diritto internazionale e per difendere il principio di umanità. Non vogliamo diventare parte di un meccanismo in cui, mentre si fa assistenza e soccorso in mare, non ci sia la garanzia di accoglienza in porti e luoghi sicuri. In questo contesto, e nel rispetto dei nostri principi fondativi, Moas ritiene di voler sospendere le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo”. In passato anche altre ong avevano deciso di sospendere per qualche tempo i soccorsi in mare.

Dal Mediterraneo all’Asia

La ong Moas, comunque, ha fatto sapere che continuerà la sua “azione umanitaria laddove sia necessario”. “Lo scorso 27 agosto – si legge nel comunicato –, Papa Francesco ha richiamato l’attenzione di tutti sulla crescente crisi dei Rohingya in Myanmar. Così come, nel 2014, Moas ha seguito l’appello del Papa ad assistere i migranti lungo il confine del Mediterraneo, oggi rinnova il suo impegno nel golfo del Bengala. Moas ha scelto di spostare strategicamente le sue operazioni nel Sud-est asiatico. Da lì, fornirà assistenza e aiuti umanitari ai Rohingya e lavorerà alla creazione di un sistema organico di trasparenza, sostegno e responsabilità nella regione, dove è in corso un esodo mortale alla frontiera fra Bangladesh e Myanmar”.

I numeri

“Nel frattempo – continua il comunicato – Moas continuerà a tenere sotto osservazione le rotte migratorie nel Mediterraneo, pronta a rispondere a quei cambiamenti che consentano di operare secondo i propri principi”. Nella nota, la ong fondata nel 2014 snocciola anche alcuni numeri sui salvataggi effettuati in questi anni. “Il 30 agosto 2014 – si legge – l’equipaggio di Moas ha condotto il suo primo salvataggio. Nei tre anni successivi, abbiamo salvato più di 40mila persone, tra bambini, donne e uomini vittime di violenza, povertà e persecuzione. Il primo aprile 2017 Moas ha lanciato la sua missione nel Mediterraneo centrale, portando in salvo ben 2.000 persone nel solo mese di aprile. Nel prosieguo della missione, abbiamo assistito 7.826 persone, oltre a studiare e monitorare il complesso scenario del Mediterraneo, sottoscrivendo il Codice di condotta come atto di fiducia verso il governo italiano”.

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