Gran Bretagna, aumentano i passeggeri ubriachi arrestati in aeroporto

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Il consumo di alcol negli scali sta diventando un problema per la sicurezza di passeggeri ed equipaggi (Getty Images)

In dodici mesi i fermi per stato di ebbrezza negli scali britannici sono stati 387. Circa il 50% in più rispetto all'anno precedente. Ecco perché alcune organizzazioni spingono per il divieto alla vendita di alcolici

Tra il febbraio 2016 e il febbraio 2017, negli aeroporti britannici sono stati arrestati 387 passeggeri in stato di ebbrezza. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando i casi erano stati 255) c'è stato un aumento del 50%. Lo riferisce un'inchiesta della Bbc che riporta i dati ottenuti dagli uffici di polizia presenti in 18 dei 20 maggiori scali della Gran Bretagna. Il problema sarebbe talmente marcato che Airlines UK, l'organizzazione che rappresenta la filiera aeroportuale, sta spingendo per vietare il consumo di alcol negli hub.

Molestie e aggressioni

C'è un altro rilievo, sempre compiuto dalla Bbc, che conferma il dato: un quinto dei 4mila membri di equipaggio intervistati ha affermato di aver subito molestie da persone ubriache. E uno su due ha confermato di aver assistito "almeno una volta" ad episodi del genere in aeroporto. La ex hostess Ally Murphy, una delle persone intervistate nell'inchiesta, ha lasciato la cabina dopo 14 anni di servizio. Tra i motivi che l'hanno spinta a dire addio ci sarebbero anche le molestie subite da passeggeri ubriachi: "Le persone – ha affermato – ci vedono come bariste dei cieli. Vorrebbero toccarti il seno, tastarti il sedere o le gambe. Mi hanno messo le mani addosso e sotto la camicia". L'eccessivo consumo di alcolici negli aeroporti, infatti, porta con sè tutta una serie di problematiche legate ad abusi e sicurezza. "Un passeggero ubriaco ha persino provato ad aprire il portellone mentre eravamo in volo", ha confermato l'ex assistente di volo.

Il codice di condotta non basta

L'aumento dei casi registrati non fa altro che fornire un'ulteriore spinta al processo di regolamentazione già intrapreso dall'industria aerea britannica. Poco più di un anno fa (nel luglio 2016), le maggiori organizzazioni del settore si sono dotate di un codice di condotta rivolto al personale di terra e in volo. Nel documento si legge che "i casi di comportamenti distruttivi sono rari" ma inizia a diventare notevole "l'impatto di condotte che causano problemi per l'equipaggio e gli altri passeggeri". E anche se "esistono già alcune buone pratiche, manca un coordinamento su scala nazionale". Il codice incoraggia una maggiore collaborazione tra personale degli aeroporti, compagnie e forze dell'ordine. Autorizza l'equipaggio a rifiutare l'imbarco di persone in evidente stato di ebbrezza e spinge affinché i disturbatori vengano identificati e paghino per i danni causati. Il personale dell'aeroporto dovrebbe inoltre essere addestrato per gestire situazioni a rischio. E non vendere alcol a chi già mostra segni di ubriachezza. Allo stesso tempo, le compagnie dovrebbero disincentivare, limitare o vietare la vendita di alcolici a bordo. Insomma, il codice è un tentativo di diffondere il più possibile le condotte virtuose. Ma non impone obblighi. E, visti i numeri della Bbc, non sembra aver avuto gli effetti sperati. Ecco perché inizia a farsi strada l'idea di un divieto assoluto del consumo di alcol prima del decollo.

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