Gay Pride Parade, alta tensione a Gerusalemme

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Nel 2015 una manifestante venne uccisa da un ultra-ortodosso (Getty Images)

Centinaia di poliziotti sono arrivati nella capitale israeliana per garantire la sicurezza della manifestazione, segnata in passato da aggressioni e violenze da parte degli ebrei ultra-ortodossi 

Giornata di orgoglio e tensione a Gerusalemme. Centinaia di agenti sono confluiti nella città santa per assicurare l'ordine pubblico in occasione della Gay Pride Parade, che alle ore 18 del 3 luglio condurrà i manifestanti da Liberty Bell Park sino a Indipendence Park. L'evento, nonostante stia diventando una tradizione anche per la capitale israeliana, resta un potenziale bersaglio. Negli anni scorsi, infatti, si sono registrati diversi episodi di violenza da parte degli ebrei ortodossi contro alcuni manifestanti.

Manifestazione a rischio: i precedenti

La polizia avrebbe vietato ad alcuni attivisti legati all'estrema destra ebraica di raggiungere l'itinerario della manifestazione: costituito dai circa due chilometri che separano i due parchi cittadini. Le autorità hanno tentato di evitare lo scontro autorizzando una piccola contro-manifestazione, in una località separata. Lo scorso anno la Gay Pride Parade ha visto la partecipazione di circa 25mila persone. L'edizione 2016 aveva incassato anche l'appoggio del premier Benyamin Netanyahu. Ma le tensioni non erano mancate, con il fermo di alcuni militanti di destra trovati in possesso di coltelli. La sfilata arcobaleno è diventato un appuntamento fisso e importante a livello simbolico per la capitale, soprattutto da quando, nel 2015, una ragazza di 16enne assassinata a coltellate da un ubreo ultra-ortodosso.

Proseguono gli arresti dei palestinesi

Le forze dell'ordine israeliane si stanno muovendo su un doppio fronte. Se da una parte punta a garantire la sicurezza della minifestazione Lgbt, dall'altra prosegue negli arresti di palestinesi che la settimana scorsa hanno preso parte a violente manifestazioni contro nuove misure di sicurezza - prima adottate, e poi abolite - nei pressi della Spianata delle moschee. Gli arresti, secondo una portavoce della polizia, sono finora una cinquantina.

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