Germania, gli articoli più condivisi su Angela Merkel sono falsi

Mondo

Nicola Bruno

Uno screenshot del video virale più condiviso su Angela Merkel

È quanto emerge da un’indagine di Buzzfeed sui contenuti più popolari su Facebook: nella top 10, ben 7 notizie sulla Cancelliera sono del tutto fuorvianti. Intanto, in vista delle prossime elezioni federali, prendono piede diverse iniziative di factchecking.

“I tedeschi devono accettare le violenze degli stranieri”. È questo il titolo del contenuto più condiviso su Facebook negli ultimi cinque anni a proposito di Angela Merkel. Si tratta di un video di soli sette secondi che riprende una dichiarazione del 2011 della Cancelliera, ribaltandone però completamente il messaggio. Lo rivela un’analisi condotta da Buzzfeed secondo cui nella top ten dei contenuti che hanno generato più like, condivisioni e commenti su Facebook, ben 7 sono notizie false.

 

Il video di Gloria Tv

Più di 639mila visualizzazioni e oltre 270mila condivisioni. Sono questi i numeri del mini-video che si trova in testa alla lista dei contenuti più condivisi su Angela Merkel alla vigilia delle elezioni federali previste per il prossimo 24 settembre. Come ha dimostrato il sito di factchecking Mimikama il video è autentico, ma è stato estrapolato da un discorso in cui la Merkel diceva l’esatto contrario di quanto sostenuto nel titolo. Il filmato è stato condiviso Gloria.tv, portale simile a YouTube, che si dichiara di stampo cattolico. Come sottolineava il sito Die Zeit già nel 2013, molti contenuti di Gloria.tv sono aggressivi e di estrema destra. I reporter di Buzzfeed non sono riusciti a identificare chi gestisce il sito: si sa solo che il dominio è registrato in Moldavia e l’indirizzo di contatto è a Mosca. 

Gli altri contenuti falsi sulla Merkel

Molte delle notizie false che si trovano nella top 10 elaborata da Buzzfeed sono collegate al tema degli immigrati. Ecco alcuni titoli: “Merkel vuol dare a tutti i rifugiati il diritto di voto”; “Merkel vuole promuovere in Africa l’immigrazione in Germania”. Altre, ancora, sono invece finte “Breaking news” del tipo: “Angela Merkel ferita in un incidente stradale”; “Angela Merkel annuncia le dimissioni”. Secondo l’analisi di Buzzfeed, gran parte di queste storie rimandano a siti di estrema destra o “alternativi”, in grado di generare un traffico superiore a quello dei media mainstream (se si considerano i singoli articoli più visti). A conclusioni simili è giunto anche un recente studio condotto in Germania dall’Università di Oxford, secondo cui “la maggior parte delle pagine di disinformazione individuate si situano a destra nello spettro politico. Contenuti xenofobici e nazionalisti (…) sono la norma”.

Multe e factchecking

Nei mesi scorsi in Germania è stata approvata una legge che prevede multe fino a 50 milioni di euro per i siti che non  rimuovono velocemente i contenuti diffamatori o di incitazione all’odio. La stessa Angela Merkel ha dichiarato “Oggi abbiamo siti falsi, bot, troll. Dobbiamo affrontare questo fenomeno e, se necessario, regolarlo”.
Dopo i primi test condotti negli Stati Uniti, Facebook ha deciso di introdurre anche Germania la funzionalità di segnalazione dei contenuti dibattuti con l’aiuto di gruppi di factchecking indipendenti. In questo caso ha deciso di avvalersi del supporto dell’organizzazione di giornalismo investigativo Correctiv, che si occupa di factchecking elettorale attraverso il sito Echtjetzt. I risultati di questa partnership non sono però del tutto convincenti, come scrive la testata Politico.eu: le storie verificate come “false” da Correctiv spesso non vengono segnalate come tali da Facebook, perché c'è bisogno del controllo di un secondo gruppo di factchecking.
Nel frattempo, anche altri editori tedeschi iniziano a dotarsi di gruppi dedicati per la verifica delle notizie. È il caso dei network televisivi pubblici ARD e ZDF, con il primo che ha lanciato il progetto Faktenfinder e ZDF che propone la campagna #ZDFcheck17 sui social e sul sito heute.de per segnalare le notizie false o scorrette.

Hack e Leaks

Come nel caso delle elezioni statunitensi e francesi, anche in Germania alcune istituzioni dichiarano di aver subito attacchi hacker con il furto di ingenti quantità di dati: si va dal Bundestag, il Parlamento tedesco, da cui sono stati sottratti 16 GB di dati nel 2015, ad alcuni centri studio vicini al partito cristiano-democratico e a quello social-democratico. "È molto probabile che durante la campagna elettorale verranno pubblicate email della Cancelliera", scrive Die Zeit ricostruendo l'attacco hacker del 2015. Il timore - come scrive il New York Times in un reportage da Berlino - è che queste informazioni possano essere strumentalizzate a ridosso delle elezioni per indebolire i principali candidati in corsa, a cominicare proprio da Angela Merkel. 

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