Nel suo primo discorso pubblico dopo i risultati nelle elezioni per l'Assemblea Costituente, il presidente parla di una "vittoria storica". Continuano le proteste nel Paese, tra le vittime degli scontri anche una ragazza di 15 anni
Esulta per la vittoria, minaccia gli oppositori, attacca la stampa. Nel suo primo discorso pubblico dopo i risultati nelle elezioni per l'Assemblea Costituente in Venezuela, il presidente Nicolas Maduro ha annunciato che l'organismo servirà per prendere misure contro il Parlamento, la Procuratrice Generale, i dirigenti dell'opposizione e la stampa indipendente. Il Paese è più spaccato che mai, le opposizioni contestano l’intenzione di cambiare la carta fondamentale, con un ridimensionamento del ruolo del Parlamento a favore di organismi assembleari locali e parlano di “attentato alla democrazia”.
Tra le vittime degli scontri c'è una 15enne
Il bilancio degli scontri nella giornata del voto è di 13 morti a cui si aggiunge una ragazzina di 15 anni deceduta in ospedale dopo essere rimasta ferita da uno sparo di arma da fuoco al torace a San Cristobal, capitale dello stato Tachira, nell'ovest del Venezuela.Secondo il fidanzato, la ragazza non stava partecipando ad alcuna protesta, ma è passata accanto ad un corteo dell'opposizione, proprio mentre un gruppo di chavisti ha iniziato a sparare contro i manifestanti.
I numeri dell’affluenza
A dividere sono anche i dati dell’affluenza. Il governo venezuelano parla del 41,5%, con oltre otto milioni di persone alle urne. Numeri smentiti dall’opposizione, che ha boicottato il voto, accusando Maduro di fornire numeri falsi: “Non ci sono stati più di due milioni di voti, l’astensione è stata dell’87%”, hanno affermato.
I Paesi dell’America Latina contro Maduro
Nei paesi dell’America Latina è quasi unanime il mancato riconoscimento della Costituente e la condanna degli scontri che hanno accompagnato il voto, costati la vita ad almeno 13 persone. Nei comunicati diffusi dai governi di Perù, Messico, Colombia, Panama, Argentina, Costa Rica e Guatemala ritornano le parole "mancato riconoscimento dell'esito delle urne", "Costituente illegale e illegittima", "aggravarsi della crisi", "ulteriore divisione nella società venezuelana" e "profonda preoccupazione" per l'ultimo sviluppo politico nel Paese vicino. Il governo del presidente peruviano Pedro Pablo Kuczynski ha convocato una riunione di ministri degli Esteri americani per discutere la situazione. Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama e Paraguay hanno già confermato la loro partecipazione alla riunione, che si svolgerà martedì 8 agosto a Lima, ma non si esclude che altri paesi del continente si associno all'iniziativa.
Il sostegno di Bolivia, Salvador e Nicaragua
Bolivia, Salvador e Nicaragua hanno formalmente riconosciuto l'Assemblea e riconfermato il proprio sostegno al presidente Nicolas Maduro. Mentre a Caracas le urne erano ancora aperte, il presidente boliviano Evo Morales, ha criticato Colombia, Messico e Panama che hanno negato anticipatamente il proprio riconoscimento alla Costituente, accusandoli di essere "asserviti agli Stati Uniti". Dal Salvador, il presidente Sanchez Ceren ha auspicato che "il processo elettorale in Venezuela che ha portato alla nascita della nuova Costituente possa contribuire alla costruzione di soluzioni nella difficile situazione del Paese fratello, verso cammini che portino lontano da duri confronti sociali". In Nicaragua, per il presidente Daniel Ortega e la vicepresidente Rosario Murillo, il voto rappresenta "una vittoria del diritto all'autodeterminazione di un Paese che ha scelto il suo proprio cammino verso la pace, continuando a lavorare con una sua visione del futuro".
Tajani: indire nuove elezioni democratiche
Anche l’Unione Europea guarda alla situazione nel Paese sudamericano. Il presidente del Parlamento europeo Tajani chiede di “indire nuove elezioni democratiche”: “È un triste giorno per il Venezuela, per l'America Latina e per il mondo perché sono stati violati i trattati internazionali, la Costituzione del Paese e, ancora più grave, si agisce contro il volere del popolo", ha dichiarato. Tajani ha parlato al telefono con il leader dell'opposizione, Leopoldo Lopez. "Come presidente del Parlamento europeo, l'unica istituzione direttamente eletta dai cittadini europei - afferma - esprimo il mio totale supporto ai rappresentanti del popolo venezuelano: insieme all'Assemblea nazionale non riconosciamo questa elezione".
Nuove proteste
Intanto in Venezuela le proteste sono destinate a continuare. il fronte anti-Maduro ha invitato la popolazione a scendere in piazza anche mercoledì 2 luglio giorno dell'insediamento dell'Assemblea costituente chiamata dal presidente a cambiare la carta fondamentale, con un ridimensionamento del ruolo del Parlamento a favore di organismi assembleari locali.