Dietrofront del Sun: Napoli scompare da elenco città più pericolose
MondoIl capoluogo campano era stato inserito dal giornale britannico nella lista degli "angoli più pericolosi della Terra". Ma dopo le polemiche il suo nome non compare più né nella mappa né nell'articolo. Comune valuta danno d'immagine
Fino a dieci giorni fa, Napoli, per il britannico The Sun, era pericolosa tanto quanto la roccaforte dell’Isis Raqqa, o Caracas e Manila. Ma ora, il giornale ha deciso di fare marcia indietro. Così, il capoluogo campano non compare più nella mappa dei "più pericolosi angoli della Terra"
Le polemiche sulla scelta del Sun
L’ultima modifica dell’articolo, pubblicato lo scorso 11 luglio, è stata fatta il 21 luglio, poco dopo le 20,30. Ma le cause del dietrofront del quotidiano britannico rimangono sconosciute. L’inserimento di Napoli nell’elenco, aveva suscitato molte polemiche. La città italiana - l’unica dell’Europa occidentale nella lista - veniva descritta come un enorme centro di spaccio, patria di cosche e gang con omicidi all'ordine del giorno e baby gang con affiliati anche di 12 anni. Il sindaco Luigi De Magistris aveva subito parlato di giudizio "falso e superficiale fatto da chi evidentemente non è mai stato in questa città". E sulla questione, dopo la decisione del The Sun, è tornata anche Flavia Sorrentino, delegata all'Autonomia della città. Il tabloid inglese, ha detto Sorrentino, "con la scelta di smentire se stesso si è evidentemente squalificato ma, cosa più importante, si è reso protagonista di una evidenza rincuorante per chi lavora incessantemente per il risollevamento di Napoli: non accettiamo più che sciacallaggio e sensazionalismo siano consumati sulla pelle di un'intera città che non nega i problemi, ma è altresì consapevole che per affrontarli è necessario liberarsi da stereotipi e luoghi comuni utili solo a chi ha interesse a non farla riemergere''.
L'ipotesi del danno d'immagine
"Il danno di immagine procurato da The Sun, che si rivolge ad un pubblico di quasi otto milioni di lettori, è da valutare", ha spiegato inoltre Sorrentino che ha avvisato: "Con lo sportello Difendi la città di Napoli abbiamo già interrogato l'avvocatura comunale per intraprendere eventuali azioni legali". Per ora il Comune prende atto "delle scuse del periodico britannico e del rispetto che viene riconosciuto a un popolo quando questo si mostra orgoglioso e fiero".
Le altre città in classifica
Nella classifica ora, rimangono le città che fino a pochi giorni fa erano paragonate a Napoli. Si tratta di Raqqa, città simbolo del Califfato e base dei terroristi dell’Isis, di Caracas, la capitale venezuelana "nota la mondo per l’elevato tasso di violenza", o ancora San Pedro Sula, in Honduras, la città con il più alto tasso di omicidi. Nell’elenco anche gli Stati Uniti, con Saint Louis e Ferguson, teatro delle proteste della comunità di colore del 2014 e del 2015, e l’Australia con Perth. Segnalate, inoltre, Kiev, in Ucraina e Grozny, in Cecenia, oltre che Manila, Mogadiscio e la pachistana Karachi.