Il totale degli arrivi nel 2017 si avvia a superare quota 90mila. Il ministro dell'Interno è a Tripoli per incontrare 13 sindaci del Sud del Paese e convincerli a mobilitarsi contro i trafficanti di uomini. Premier Serraj: "Faremo tutto ciò che possiamo". SPECIALE
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Serraj to Minniti: <a href="https://twitter.com/hashtag/Libya?src=hash">#Libya</a> will do whatever it can to work with <a href="https://twitter.com/hashtag/Italy?src=hash">#Italy</a> to defeat human traffickers and relieve pressure on Italy-'s coast.</p>— Italy in Libya (@ItalyinLibya) <a href="https://twitter.com/ItalyinLibya/status/885427209648955392">13 luglio 2017</a></blockquote>
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<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr"><a href="https://twitter.com/hashtag/Minniti?src=hash">#Minniti</a> to Serraj: <a href="https://twitter.com/hashtag/Italy?src=hash">#Italy</a> appreciates GNA efforts & ready to step up its commitment by side of <a href="https://twitter.com/hashtag/Libya?src=hash">#Libya</a> in fight against human traffickers. <a href="https://t.co/lvB3tAMpf4">pic.twitter.com/lvB3tAMpf4</a></p>— Italy in Libya (@ItalyinLibya) <a href="https://twitter.com/ItalyinLibya/status/885420941270024193">13 luglio 2017</a></blockquote>
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Dalla Libia il 97% delle partenze per l’Italia
Dalla Libia, ha sottolineato Minniti, è partito il 97 per cento delle persone arrivate quest'anno in Italia. È dunque nel martoriato ex Paese di Gheddafi, ha spiegato, che bisogna intervenire per frenare le partenze. L'Italia batte da tempo su questo tasto: è l'unico Paese ad aver riaperto l'ambasciata a Tripoli, sostiene il governo di accordo nazionale di Fayez al Serraj, addestra e supporta la Guardia costiera locale (cui ha dato 4 motovedette e altre 6 arriveranno in futuro), ha fatto pressione su Bruxelles per aumentare i finanziamenti diretti verso la Libia. Ma non basta: l'autorità dell'esecutivo Serraj – che ieri ha chiesto l'uso dell'aviazione contro “l'emigrazione illegale” – è molto labile. Ad avere il controllo del territorio sono i capi tribù, i sindaci.
Obiettivo: come combattere i trafficanti
Con loro - quelli delle zone tribali del Sud, porta d'ingresso ai flussi provenienti dall’Africa subsahariana - Minniti ha aperto un canale di rapporto già da alcuni mesi. Li ha ricevuti al Viminale e ora ricambia la visita in Libia. L'obiettivo, ha informato il ministro, è quello di “discutere con loro su come sganciarsi dal giogo dei trafficanti di esseri umani”. Che hanno in mano l'unica industria florida del Paese e foraggiano anche milizie e guardie costiere locali. Occorre, dunque, avviare un circuito alternativo, far crescere un'economia diversa per cambiare le cose. All'incontro partecipa anche il presidente dell'Anci Antonio Decaro. Il vertice, infatti, dovrebbe servire non solo a impostare una collaborazione, ma anche i primi progetti insieme all'Anci: come ad esempio gemellaggi e supporti nell'attivazione dell'anagrafe e di altri servizi.
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Minniti ai sindaci <a href="https://twitter.com/hashtag/Libia?src=hash">#Libia</a>: Facciamo un patto per liberare le nostre terre dai trafficanti. Insieme nessun obiettivo è precluso. <a href="https://twitter.com/hashtag/Libya?src=hash">#Libya</a></p>— Italy in Libya (@ItalyinLibya) <a href="https://twitter.com/ItalyinLibya/status/885445154542419969">13 luglio 2017</a></blockquote>
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Polemiche su codice ong
È sempre aperto, intanto, il fronte europeo. Confronti sono in corso con Bruxelles sul codice per le ong, che l'Italia vuole attivare al più presto. Una bozza del documento contiene 11 regole cui le navi umanitarie dovrebbero attenersi, pena il divieto di approdare nei porti italiani. Amnesty International e Human Rights Watch, però, non ci stanno e lanciano l'allarme: “Il tentativo di impedire alle navi delle ong di operare nelle pericolose acque vicino alla Libia rischia di mettere in pericolo migliaia di vite”. Tra le altre cose, la bozza prevede infatti il divieto per i mezzi delle ong di entrare in acque libiche e di trasferire i migranti soccorsi su altre navi.