Cern, scoperta particella Xi: aiuterà a capire cosa unisce la materia

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Foto tratta dall'account Twitter del Cern

Inseguita da decenni, è stata identificata durante un esperimento con l'acceleratore più grande del mondo (Lhc). Potrebbe dare un contributo allo studio sulla "colla" che tiene insieme la materia e capire una delle quattro forze fondamentali della natura: la forza forte

È stata scoperta al Cern la particella Xi: inseguita da decenni, potrà aiutare a studiare la “colla” che tiene unita la materia e a capire la “forza forte”, una delle quattro forze fondamentali della natura. La scoperta, annunciata a Venezia nella conferenza della Società Europea di Fisica e in via di pubblicazione sulla rivista Physical Review Letters, è avvenuta grazie all’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc).
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">The <a href="https://twitter.com/LHCbExperiment">@LHCbExperiment</a> announces a charming new particle <a href="https://t.co/Kf3vcvttO4">https://t.co/Kf3vcvttO4</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/EPSHEP2017?src=hash">#EPSHEP2017</a> <a href="https://t.co/gXNtAqUtiN">pic.twitter.com/gXNtAqUtiN</a></p>&mdash; CERN (@CERN) <a href="https://twitter.com/CERN/status/882938457961762816">6 luglio 2017</a></blockquote>
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La particella Xi è un barione con due quark pesanti

Vista durante l’esperimento chiamato Lhcb, la particella appartiene alla famiglia dei barioni, la stessa di cui fanno parte protoni e neutroni che costituiscono la materia visibile. Come tutti i barioni, è composta da tre quark. Nei barioni finora noti, però, si trova al massimo un solo quark pesante, mentre la particella Xi ha due quark pesanti. “È la prima volta che si osserva una particella simile: un barione con due quark pesanti”, ha detto Donatella Lucchesi, ricercatrice dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn) e dell'università di Padova e membro della collaborazione Lhcb. “Osservare una particella del genere – ha spiegato – è stato possibile grazie alla grandissima quantità di dati che sta producendo l'acceleratore Lhc. Questo permette di raggiungere un obiettivo non facile, come quello di riuscire a riprodurre la materia in tutti i suoi stati possibili”.

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