Vuole farsi sparare da polizia: ore di panico all’aeroporto di Orlando

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Controlli di sicurezza all'aeroporto di Orlando in una foto d'archivio (Getty Images)

Un ex marine di 26 anni con una pistola giocattolo provoca il caos al Terminal A. Contenuto e arrestato, cercava di farsi colpire a morte dagli agenti  

Forte tensione nella notte italiana all’aeroporto di Orlando, in Florida. A scatenare l’allarme, rientrato nell’arco di tre ore, un uomo in possesso di una pistola giocattolo al primo piano del Terminal A. Secondo le forze dell’ordine l’uomo, deciso a farla finita, puntava a farsi colpire a morte dagli uomini delle forze dell’ordine. Dopo la fine dell'emergenza, l'attività dello scalo ha cominciato a tornare alla normalità. L’uomo è stato arrestato.

Il dramma 

La vicenda pare legata ai problemi personali di Michael Wayne Pettigrew, ex marine di 26 anni. Era stato un amico del giovane che, poco prima delle 19.30 (ora locale), aveva chiamato la polizia per avvertirla che un individuo si trovava all'aeroporto, dicendo di voler morire.

L’allarme 

Il dispositivo di sicurezza è scattato immediatamente. Le autorità sono accorse sul posto in gran numero ed è stata disposta la chiusura del terminal interessato, oltre che di tutte le strade di accesso allo scalo. Misure rimaste in vigore fino all'arresto dell'uomo, che verrà sottoposto a perizia psichiatrica, ma deve comunque rispondere dell’accusa di “aggressione aggravata”.

La trattativa

Secondo la ricostruzione della polizia, il 26enne è stato prima isolato e poi definitivamente bloccato a seguito di una trattativa. Secondo un video pubblicato su Twitter, a cui fa riferimento il giornale locale The Orlando Sentinel, un poliziotto si rivolge all’uomo dicendogli: “Non andrai in prigione Michael, andrai in ospedale". La risposta disperata dell’ex militare dei Marines: "La prego, non mi menta".

La pistola giocattolo

La polizia ha dichiarato che l’arma in possesso di Pettigrew era una riproduzione. Ciò non ha impedito che si scatenasse il panico tra i passeggeri che a quell’ora si trovavano nello stesso terminal. Ore convulse, di caos e ansia, documentate tra l'altro dalle immagini diffuse da testimoni attraverso social media. Al punto che le autorità avevano lanciato un appello pubblico a non pubblicare informazioni non confermate, spiegando che non c'era "uno sparatore attivo. Non sono stati esplosi colpi".

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