Sei anni di guerra in Siria: i numeri del conflitto

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Due bambini osservano gli effetti dei bombardamenti sulla propria città (Getty Images)

Nel 2011 l'inizio delle proteste nel Paese guidato da Bashar al-Assad, poi scaturite in una sanguinosa guerra civile. Da allora si contano centinaia di migliaia di vittime e milioni di rifugiati. Tutti i numeri chiave dello scontro nel Paese mediorientale

Il conflitto in Siria, che in seguito al presunto attacco chimico sulla provincia di Idlib ha conosciuto una nuova fase con l'attacco missilistico americano, si protrae ormai da sei anni. Solo l'attacco di martedì 4 aprile ha ucciso 86 persone, fra cui numerosi bambini.

 

Le origini - Le forze in campo sono molteplici, fra attori statali e non statali. Intervenuti su quella che inizialmente è stata definita come una guerra civile e che da tempo è innegabilmente qualcosa di più. Dapprima sollevazione popolare sulla scia della Primavera araba contro un regime repressivo, quello di Bashar al-Assad. La prima repressione violenta delle forze governative risale al marzo del 2011. Da allora le opposizioni di Assad si sono organizzate in gruppi armati di diversa estrazione, islamiste e non. Fra questi si è inserito anche il gruppo terroristico dell'Isis. Numerose potenze mondiali sono intervenute, successivamente, per favorire o contrastare l'azione di tali gruppi di opposizione al presidente Assad.

 

I morti – In questi sei anni di guerra i morti sono stati centinaia di migliaia. Secondo l'Osservatorio dei diritti umani in Siria, una delle fonti più citate per tracciare il bollettino delle vittime del conflitto, sono 465mila i morti dall'inizio del conflitto (al 13 marzo 2017). Fra questi, 96.073 sarebbero le vittime civili, di cui 17.411 minori e 10.847 donne. Un'altra organizzazione umanitaria, il Syrian network for human rights, ha pubblicato un report (in data 18 marzo 2017) nel quale il bilancio delle morti civili sale a 206.923 ( di cui 24.799 bambini). Secondo quest'ultima fonte, il governo siriano, con l'appoggio della Russia e l'Iran, sarebbe responsabile del 94% di tali morti. L'Isis avrebbe ucciso 3.352 civili, meno del 2% del totale; la Coalizione internazionale (cui fanno parte gli Usa) 945. Già nel febbraio 2016, però, il Syrian Centre for Policy Research aveva calcolato un numero di morti complessive superiori a 470mila.

 

Gli attacchi chimici - Sebbene gli attacchi con gas sarin siano molto rari (l'unico precedente verificato in Siria risale al 2013 presso Damasco, l'Onu non ha attribuito il responsabile) altri agenti chimici sono stati utilizzati molto spesso sul suolo di guerra siriano. Secondo il Syrian network for human rights dall'inizio del 2017 gli attacchi chimici sono stati non meno di nove. In precedenza, un report Onu dell'Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons-United Nations (OPCW) ha appurato che tra il 24 settembre 2015 e il 10 febbraio 2016, sono stati perpetrati sette attacchi chimici, tre dei quali ad opera di Assad e uno "firmato" dall'Isis.

 

Rifugiati e sfollati – Com'è divenuto drammaticamente evidente anche agli occhi degli europei nell'estate del 2015, la guerra in Siria ha provocato un esodo di massa di persone in fuga dal conflitto. Secondo i dati dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari il numero dei rifugiati che hanno cercato riparo fuori dai confini del Paese (soprattutto in Turchia) sono 5 milioni. Gli sfollati interni, invece, 6,3 milioni e il loro numero ha iniziato a scendere.

 

Assistenza umanitaria - Le persone che necessitano assistenza umanitaria in Siria, sempre secondo i dati dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, sono 13,5 milioni. Un piano di risposta umanitaria dell'organizzazione punta a raccogliere 3,4 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi.

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