Referendum in Turchia: si aprono le votazioni all'estero
MondoIniziano le consultazioni sulla proposta di riforma costituzionale fortemente voluta dal presidente Erdogan. Sono chiamati ad esprimersi anche molti turchi che vivono in altri Paesi: solo in Germania sono 1,4 milioni
Un referendum importante, che potrebbe cambiare il volto istituzionale della Turchia: è la consultazione popolare fortemente voluta dal presidente Recep Tayyip Erdogan e che il 27 marzo si apre a tutti i cittadini turchi residenti all'estero. Complessivamente, si tratta di circa 3 milioni di emigrati, di cui quasi la metà risiede in Germania. In Turchia, invece, le votazioni sul referendum che riguarderanno oltre 55 milioni di persone inizieranno il prossimo 16 aprile.
Grandi numeri e polemiche in Germania - Secondo quanto riporta l'anagrafe tedesca, sono 1 milione e 400mila i cittadini turchi residenti in Germania che possono votare al referendum per l'introduzione di un sistema presidenziale nel loro Paese. A causa di questa grande presenza nella nazione guidata da Angela Merkel, gli spazi delle rappresentanze diplomatiche di Ankara non sono sufficienti e così sono stati affittati locali esterni ai consolati. Il voto sul referendum segue le accese polemiche delle ultime settimane in cui Erdogan ha criticato la Germania e la stessa Merkel che avrebbero usato "metodi nazisti" per impedire ai delegati del governo turco di svolgere manifestazioni elettorali a favore delle modifiche che sarebbero introdotte, in caso di vittoria, dalla votazione.
Nel resto del mondo - A partire dal 27 marzo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, possono votare al referendum anche gli elettori che vivono in Austria, Belgio, Francia, Svizzera e Danimarca. Inoltre sono in funzione anche le urne predisposte negli aeroporti internazionali Ataturk e Sabiha Gokcen di Istanbul. In altri 51 Paesi le operazioni di voto partiranno nei prossimi giorni: la procedura per i residenti all'estero si chiuderà il prossimo 9 aprile.
Il referendum istituzionale voluto da Erdogan - Qualora la riforma fosse approvata, assegnerebbe più poteri al Presidente. Tra i punti principali degli interventi istituzionali, infatti, è previsto che quest'ultimo diventi il capo dell'Esecutivo oltre a mantenere il ruolo di Capo di Stato, eliminando in pratica la funzione del Primo ministro, le cui attribuzioni passerebbero al Presidente stesso che potrebbe anche dichiarare autonomamente lo stato d'emergenza o far dimettere i ministri del governo e, per essere inquisito dal Parlamento, avrebbe bisogno di una votazione a lui contraria con un maggior numero di parlamentari rispetto agli attuali. Molto criticato all'estero e preceduto da diverse polemiche, il referendum è stato bollato dal tabloid tedesco Bild col titolo "Ataturk avrebbe votato no": al momento l'esito è incerto e il voto dei turchi all'estero - pari a circa il 5% del totale degli aventi diritto - potrebbe risultare davvero decisivo.