Vittima pedofilia si dimette da Commissione Vaticano contro abusi

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Il presidente della Commissione, cardinale Sean O'Malley

Maria Collins, che da bambina ha subito violenze da parte di un prete, ha lasciato l'organismo voluto da Francesco in polemica con la Congregazione della Dottrina della fede. "La mancanza di cooperazione è stata vergognosa", ha detto

Maria Collins, irlandese e vittima da bambina di ripetuti abusi da parte di un sacerdote, si è dimessa dalla Commissione internazionale per la tutela dei minori. Ne faceva parte dal 2014, anno in cui Papa Francesco ne aveva promosso la fondazione. Lo scorso 6 febbraio aveva lasciato pure l’inglese Peter Saunders, anche lui vittima di un prete pedofilo. La Commissione, quindi, non ha più tra i suoi membri nessun sopravvissuto agli abusi. “Nonostante il Santo Padre abbia approvato tutte le raccomandazioni fattegli dalla Commissione, vi sono stati costanti ostacoli”, ha spiegato Collins. La donna ha parlato di “resistenza da alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della commissione”. “La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più direttamente coinvolto nell'affrontare i casi di abuso, è stata vergognosa”, ha aggiunto.

“Continuerà a lavorare con noi” - Maria Collins, lo scorso 13 febbraio, aveva comunicato la sua intenzione di dimettersi al presidente della Commissione, il cardinale Sean O'Malley. Ora il passo indietro è stato ufficializzato con una nota del Vaticano in cui O'Malley ha ringraziato la donna e ha detto che “continuerà a lavorare con noi nell’educazione dei leader della Chiesa”. Nel comunicato, in cui si legge che “le vittime sono la priorità della Chiesa”, Collins viene definita “infaticabile campionessa nel dare voce ai sopravvissuti di abusi del clero”. Il Papa, informa la Commissione, ha “accettato le dimissioni della signora Collins con profondo apprezzamento per il suo lavoro”.

Le motivazioni della scelta - Mentre il comunicato diffuso dalla Santa Sede motiva la scelta di Collins con un generico “frustrazione per la mancanza di cooperazione con la Commissione da parte di altri uffici della Curia romana”, una nota della donna indica che la responsabilità è della Congregazione della Dottrina della fede. “Alla fine dell'anno scorso – ha raccontato Collins nel suo comunicato – una semplice raccomandazione, approvata da Papa Francesco, è andata a questo dicastero per un piccolo cambiamento di procedura nel contesto della cura delle vittime e dei sopravvissuti. A gennaio ho saputo che quel cambiamento è stato rifiutato. Al tempo stesso è stata rifiutata anche una richiesta di cooperazione su un tema fondamentale del lavoro della Commissione in merito alla salvaguardia”. Collins si è detta certa che la Commissione riuscirà a superare questa resistenza, ma che questa, per lei personalmente, è “la goccia che fa traboccare il vaso”.
Dopo le sue dimissioni, fanno parte della Commissione sedici tra esperti, ecclesiastici e studiosi, ma nessuna vittima.

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