Al via a Ginevra il quarto round di colloqui tra le parti in conflitto. Cauto l'inviato Onu Staffan de Mistura: “Non prevedo una svolta immediata”. Intanto sul campo la situazione umanitaria si fa sempre più grave: secondo l’Unicef 2 milioni di bambini sono esclusi dagli aiuti
Riparte la difficile e tormentata ricerca di un dialogo tra le parti per porre fine al sanguinoso conflitto siriano. A distanza di dieci mesi dall’ultima tornata, oggi a Ginevra è in programma un nuovo round di colloqui sotto l'egida delle Nazioni Unite: da un lato i rappresentanti del governo di Damasco, dall’altro quelli dell'opposizione siriana, anche dei gruppi armati, nel tentativo di arrivare a un accordo di pace a quasi sei anni dall'inizio della guerra. I partecipanti ai colloqui discuteranno dei punti indicati nella risoluzione 2254: nuova governance, nuova costituzione ed elezioni. Ma ieri l'inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha dichiarato di non aspettarsi una svolta immediata dai colloqui.
Quarto round di colloqui - Le delegazioni invitate sono arrivate già ieri in Svizzera e de Mistura ha potuto avviare una serie di incontri bilaterali, prima dei colloqui formali in programma questa sera. Si tratta del quarto round di un percorso avviato nel gennaio del 2014: l'ultimo era stato nell'aprile scorso. De Mistura, pur ammettendo di non farsi troppe illusioni sull’immediato successo dei colloqui (“Non prevedo una svolta immediata”), si è detto determinato a mantenere “uno slancio pro-attivo”. Ha quindi confermato che i colloqui si concentreranno sui punti previsti dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu 2254, ovvero la creazione di una governance credibile, inclusiva e non settaria; la pianificazione ed il processo per la stesura di una nuova costituzione; e infine elezioni libere ed eque sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
La situazione umanitaria – Mentre a Ginevra ripartono i colloqui tra le parti in conflitto, sul campo la situazione umanitaria è sempre più grave. Dopo l'allarme lanciato un mese fa dalle principali organizzazioni umanitarie, nel nuovo briefing mensile inviato al Consiglio di Sicurezza il sottosegretario Onu agli aiuti umanitari, Stephen O' Brien, denuncia che i due terzi della popolazione vivono in condizioni di povertà estrema, nonostante la riduzione della violenza grazie al cessate il fuoco. E a soffrirne sono soprattutto i 10 milioni di bambini siriani. Dall'inizio dell’anno, si legge in una nota dell’Unicef, almeno 20 sono stati uccisi in attacchi. Inoltre, circa 2 milioni di bambini sono esclusi dall'assistenza umanitaria urgentemente necessaria.