Trump alla Cia: "Con voi al 1000 per cento. Dobbiamo eliminare l'Isis"

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Donald Trump al sua arrivo alla sede della Cia

Il presidente nella sua prima uscita dopo l'insediamento si reca nel quartier generale dei servizi segreti, con i quali nei mesi scorsi non sono mancati i momenti di tensione: "I problemi non sono mai esistiti, se li è inventati la stampa"

Nel giorno in cui a Washington hanno sfilato mezzo milione di persone nella marcia delle donne per protestare contro di lui, il presidente Donald Trump si è recato, nella sua prima uscita ufficiale, nella sede della Cia. L'obiettivo del  neo presidente era rompere il ghiaccio con i servizi, con cui i rapporti erano tesi per le accuse sull'aiuto che il presidente russo Vladimir Putin gli avrebbe dato per essere eletto. Nella sua visita al quartier generale di Langley, parlando con dietro il muro su cui sono incastonate le stelle nere che rappresentano ogni agente caduto in servizio, ha dichiarato rivolto agli operativi: "Sono con voi al 1.000 per cento. Vi rispetto, vi voglio bene, fate un fantastico lavoro. Ora dobbiamo eliminare e sradicare Isis"

 

Trump alla Cia: "Non abbiamo usato tutti i nostri mezzi" - Trump ha poi scandito, guardando negli occhi gli agenti della Cia: "Non c'è nessuno che rispetti più di voi". Il presidente ha poi colto l'occasione dell'intervento a Langley per criticare invece "i media disonesti". Trump ha anche lasciato intendere che a differenza del suo predecessore Barack Obama intende dare 'carta bianca' alla Cia, allentando anche le regole in tema di tortura dei nemici degli Usa: "Non abbiamo usato le capacità che abbiamo. Ci siamo trattenuti".  Trump ha spiegato che le tensioni tra lui e la comunità di intelligence non sono mai esistite e sono state inventate dai giornalisti "che sono alcune tra le persone più disoneste sulla faccia della Terra". Sono stati loro a sostenere "che avevo un problema con servizi segreti. Ma io - ha detto - voglio che voi sappiate nella prima visita che vi faccio che penso esattamente l'opposto".

 

Le tensioni tra servizi e Trump - In realtà in un rapporto congiunto preparato dall'ormai ex direttore della National Intelligence, James Clapper, dall'Fbi, dalla Cia e dalla Nsa, gli 007 hanno sostenuto che è stato personalmente Putin ad ordinare ai servizi segreti militari russi (il Gru) di aiutare Trump a vincere le elezioni, screditando la rivale democratica Hillary Clinton. Non arrivando però, hanno dichiarato i vertici dei servizi segreti, ad alterare lo scrutinio, che ha visto Clinton conquistare 2,8 milioni di voti in più di Trump, che ha ottenuto però un numero maggiore di grandi elettori (i delegati espressi da ogni Stato), quelli decisivi per essere eletto alla Casa Bianca. La tensione con gli 007 è salita quando qualcuno ha fatto filtrare alla stampa l'ipotesi a che i russi avrebbero potuto ricattare Trump perché in possesso materiale compromettente. Il presidente allora se la prese con l'ormai direttore uscente della Cia, John Brennan, che sarà sostituto da Mike Pompeo, un fedelissimo di Trump. Brennan irritualmente rispose duramente e consigliò a Trump di "pesare attentamente le sue parole" prima di aprire bocca. 

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