Germania, la Corte suprema non vieta il partito estrema destra

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Npd, xenofobo e filo nazista, non verrà messo al bando perché "al momento mancano indizi di peso che lascino pensare che le sue azioni possano avere successo” 

La Corte suprema tedesca ha detto “no” alla richiesta della Camera federale di espellere dal panorama politico il partito di estrema destra Npd. Il motivo della scelta lo ha spiegato il presidente della Corte: “Npd persegue effettivamente obiettivi contrari alla Costituzione, ma al momento mancano indizi di peso che lascino pensare che le sue azioni possano avere successo”.

 

Consenso basso e pochi iscritti - Il partito, fondato nel 1964, potrà continuare a far parte del panorama politico tedesco proprio perché - stando ai dati - non ha possibilità di successo. I suoi militanti hanno raggiunto livelli bassissimi di consenso e hanno rappresentanze solo nei Comuni, perché l’ingresso al Bundestag richiede di arrivare almeno al 5%, soglia che Npd non ha raggiunto. A livello regionale, inoltre, Npd ha perso anche l’ultimo mandato che gli era rimasto, cioè quello nel Land di Maclemburgo Pomerania anteriore, nell'autunno del 2016. Intanto il numero degli iscritti, fermi a 5.200 nel 2015, continua a calare e, al Parlamento europeo, siede solo un rappresentante delle ideologie di estrema destra promosse dal piccolo partito. 

 

Il precedente - Non è la prima volta che le altre forze politiche tentano di bandire il partito di estrema destra. Era già successo nel 2003, quando il governo aveva inoltrato la richiesta alle camere parlamentari, che l’avevano respinta. A preoccupare gli altri schieramenti sono le ideologie promosse da Npd che promuove la "sopravvivenza del popolo tedesco", che "mina l'ordine democratico" e che usa un lessico e delle espressioni molto vicine a quelle utilizzate dai nazisti. 

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