"Charlie Hebdo" esce con un numero speciale a due anni dalla strage

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L'edizione speciale di Charlie Hebdo arriverà nelle edicole il 4 gennaio (foto tratta dalla pagina Facebook "Charlie Hebdo officiel")
Charlie_Hebdo_Facebook

Il giornale satirico arriverà nelle edicole con una copertina nella quale è rappresentato un uomo che guarda all’interno della canna di un fucile, tenuto in braccio da un uomo barbuto. E il titolo tragicomico: “Finalmente la fine del tunnel”

Il 4 gennaio il giornale satirico "Charlie Hebdo" uscirà con un numero speciale a quasi due anni dal tragico attentato nel quale persero la vita 11 persone, tra cui il direttore Charb e alcuni vignettisti. Sulla copertina del numero 1276 si legge: “Finalmente la fine del tunnel". Sotto a un personaggio che guarda dentro alla canna di un fucile, tenuto in mano da un uomo con la barba lunga dalle evidenti fattezze arabe. La vignetta è firmata dal disegnatore Foolz, uno dei componenti della nuova generazione del settimanale che ha preso il posto di tanti colleghi rimasti uccisi nell’attentato del 7 gennaio 2015.

 

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L’attentato – Quella mattina due fratelli franco-algerini, Saïd Kouachi e Chérif Kouachi, entrarono nella redazione del giornale satirico a volto coperto e armati di AK-47. Nell’azione morirono i giornalisti e i vignettisti Cabu, Elsa Cayat, Charb, Honore Bernard Maris, Mustapha Ourrad, Michel Renaud, Tignous, Georges Wolinski, la guardia del corpo Franck Brinsolaro e Frédéric Boisseau, l’addetto alla manutenzione. Quel giorno perse la vita anche il poliziotto Ahmed Merabet, ucciso pochi minuti dopo fuori dalla redazione.

 

Il numero celebrativo del primo anno – Già nel gennaio dello scorso anno "Charlie Hebdo" era uscito in edicola con un numero celebrativo in occasione del primo anniversario. In quel numero al centro della copertina appariva un uomo nelle vesti di Dio, con abiti insanguinati e un kalashnikov sulla spalle, con sotto la scritta: “Un anno dopo, l'assassino ancora in libertà”. Nei giorni successivi la vignetta aveva suscitato forti critiche sia da parte della comunità islamica che da quella cattolica.

 

 <blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="fr" dir="ltr">Le 6 janvier, en kiosques, numéro spécial <a href="https://twitter.com/hashtag/CharlieHebdo?src=hash">#CharlieHebdo</a> <a href="https://t.co/1D54gFgDtV">pic.twitter.com/1D54gFgDtV</a></p>&mdash; Jean-François Guyot (@JFGuyot) <a href="https://twitter.com/JFGuyot/status/683730870944067586">3 gennaio 2016</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

Indignazione per le vignette sul terremoto – Charlie Hebdo negli anni si è contraddistinto per un irriverenza al limite dell’offensivo. Nell’estate del 2016 ne hanno fatto le spese anche le vittime del terremoto in Centro Italia a cui la redazione del giornale satirico ha dedicato prima una vignetta intitolata “Terremoto all’italiana” dove le vittime del cataclisma venivano paragonate a tre piatti tipici della nostra cultura (penne all’arrabbiata, penne gratinate e lasagne). E poi un’altra in cui la redazione invitava gli Italiani a non prendersela: “Italiani... non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”.

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