A due terzi dello scrutinio al Psd è andato quasi il 47% dei voti. Ora probabile governo con l’Alleanza democratica liberale. Bassa l’affluenza. Risultati elettorali contestati in Macedonia
Largo successo del Partito socialdemocratico (Psd) nelle elezioni politiche che si sono svolte nella giornata di domenica in Romania. Il Psd ha raccolto il 45,2% dei suffragi distanziando di molto le formazioni rivali del centro-destra, il Partito nazionale liberale (Pnl) e l'Unione per la salvezza della Romania (Usr), fermatesi rispettivamente al 20,2% e al 9,3% dei voti. Il Pnl è punto di riferimento del centrodestra romeno e ad esso fa capo il presidente Klaus Iohannis. Molto bassa è risultata l'affluenza alle urne, che si è attestata - stando agli ultimi dati - al 39,49% degli oltre 18 milioni di aventi diritto.
La sorpresa - Positivo il risultato fatto registrare dall'Unione per la salvezza della Romania (Usr), nuova formazione politica di stampo ecologico e liberale, che alla sua prima partecipazione elettorale a livello nazionale ha superato ampiamente la soglia di sbarramento attestandosi intorno al 7%.
Incertezza sul nuovo premier - I socialdemocratici con ogni probabilità formeranno un nuovo governo in coalizione con l'Alleanza democratica liberale (Alde), che ha ottenuto circa il 6%, potendo cosi contare su oltre il 50% dei seggi in parlamento. E' però incerto se il leader socialdemocratico Liviu Dragnea possa diventare nuovo primo ministro. Sul suo nome pesa il veto del presidente della Repubblica Klaus Iohannis. Già prima del voto il Capo dello Stato aveva detto che non avrebbe dato l'incarico a qualcuno con precedenti penali. Dragnea nel 2012 è stato condannato per brogli elettorali.
Dragnea: "Non regalerò i nostri voti a qualcun'altro" - Da canto suo Dragnea ha ammonito: "Non ho intenzione di regalare i nostri voti a chicchessia, né a un altro personaggio politico né a uno istituzionale. Ho condotto questa campagna elettorale vittoriosa e non sono disposto a scherzare con il risultato del voto, che tutti devono rispettare". Secondo il leader socialdemocratico si rischia "un conflitto inutile", che minaccia la "stabilita'" del paese. Un analogo braccio di ferro si era prodotto per due volte con il predecessore di Iohannis, Traian Basescu, che però il Parlamento sospese dalle proprie funzioni.
Vittoria contestata in Macedonia - Domenica si è votato anche in Macedonia dove, dopo lo spoglio del 92,48% delle schede elettorali, si conferma in testa il partito conservatore al governo Vmro-Dpmne con il 37,63% dei voti, rispetto al 35,87% andato al Partito socialdemocatico (Sdsm) all'opposizione. Lo ha reso noto la commissione elettorale centrale a Skopje. I socialdemocratici tuttavia contestano tali risultati ufficiali e sostengono di essere loro di poco in testa nello scrutinio, con un seggio di vantaggio sui conservatori. Una situazione questa che ha indotto entrambi i leader dei due principali schieramenti - l'ex premier e leader del Vmro-Dpmne Nikola Gruveski e il capo dell'opposizione socialdemocratica Zoran Zaev - a proclamare nella notte la vittoria nelle politiche anticipate svoltesi ieri nel Paese ex jugoslavo.