Accordo di Parigi, al vertice di Marrakech pesa l'incognita Trump

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Il predidente francese Francois Hollande durante la Conferenza Cop22 (Getty Images)
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Alla Cop22, Hollande, Ban Ki-Moon e il Papa si sono schierati a difesa dell'intesa raggiunta da più di 100 paesi per limitare i danni dei cambiamenti climatici. In attesa di capire cosa farà il presidente americano neo-eletto

L'Accordo di Parigi sul clima è "irreversibile" e anche gli Stati Uniti devono rispettare la decisione dell'amministrazione Obama di aderire all'intesa. Lo ha dichiarato il presidente francese, Francois Hollande, nell'intervento di apertura della ventiduesima edizione della conferenza annuale sul cambiamento climatico (Cop22) di Marrakech, in Marocco. “Gli Usa, prima potenza economica nel mondo e secondo Paese al mondo per emissioni di gas serra, devono attenersi agli accordi approvati” ha detto il capo dell'Eliseo, ricordando che la Francia è pronta ad avere un dialogo rispettoso sulla questione con il nuovo presidente, Donald Trump, ma che chiederà il coinvolgimento degli Stati Uniti a nome degli oltre 100 paesi che hanno ratificato l'accordo.

 

Nel loro interesse – Da quando è stato eletto, Donald Trump non si è pronunciato sulla questione, ma durante la campagna elettorale ha più volte minacciato la volontà di ritirare gli Usa dall'accordo. Proprio a causa di queste dichiarazioni, il presidente Hollande è voluto tornare sull'argomento ricordando, tra gli applausi dei presenti, che anche il popolo americano subisce le conseguenze naturali dei cambiamenti climatici perché "nessuno si può considerare al riparo" e che l'accordo non è solo un "dovere" ma anche un "interesse" degli Usa. Alla fine dell'intervento, Hollande ha confermato gli obiettivi della Francia che ridurrà le sue emissioni del 40 per cento entro il 2050 e chiuderà le centrali a carbone entro il 2023.

 

Il messaggio del Papa - Alla Conferenza ha inviato un messaggio anche Papa Francesco. Parlando del “preoccupante impatto” dei cambiamenti climatici, il pontefice ha ricordato come le scelte sull'ambiente incidano su tutta l'umanità, in particolare sui più poveri e sulle generazioni future, che rappresentano “la componente più vulnerabile”. Per questa ragione Francesco ha invitato i capi di governo mondiali ad “agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici".

 

Anche Ban Ki-Moon è ottimista - Il principale obiettivo delle delegazioni che per due settimane lavoreranno in Marocco è riuscire a rendere operativa l'intesa siglata durante la Cop21 dell'anno scorso a Parigi, che formalmente è entrata in vigore il 4 novembre 2016. Nel suo discorso, anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rivolto al neopresidente Trump: “La maggior parte degli stati che formano gli Usa ha compreso l'urgenza dei problemi legati al cambiamento climatico, sono sicuro che il nuovo presidente non potrà ignorarlo, non potrà fare a meno di comprendere a sua volta. Ne sono certo”.

 

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