La Casa Bianca ritiene Mosca responsabile di avere ordinato hackeraggi per condizionare il voto americano. Obama promette una risposta "proporzionale", Putin parla di "isteria". E il capo del Cremlino annulla anche il viaggio a Parigi per lo scontro sulla Siria
Il confronto tra Mosca e Washington si fa di giorno in giorno più ruvido e le tensioni riguardano ormai tutte le principali questioni dell'agenda globale: dalla Siria fino alle elezioni presidenziali, con l'attacco hacker che, secondo il governo americano, i servizi russi avrebbero sferrato contro il Partito Democratico per influenzare la campagna elettorale.
La querelle sulle mail dei democratici - Venerdì scorso la Casa Bianca aveva accusato ufficialmente il Cremlino di essere coinvolto nella serie di attacchi informatici che avevano portato alla pubblicazione di oltre 20 mila email del Comitato Nazionale del Partito Democratico. Un misterioso 'Guccifer 2.0' aveva fatto filtrare i documenti del Comitato che erano stati poi pubblicati dai siti Wikileaks e DCLeaks. la faccenda ha avuto ripercussioni anche sulla corsa alla Casa Bianca, con le accuse di Hillary Clinton a Donald Trump di collaborare con il Cremlino.
Obama: "Risponderemo". Putin: "Isteria" - Un portavoce del presidente Usa Barack Obama, parlando mercoledì con i cronisti a bordo dell'Air Force One, ha detto che la Casa Bianca non esclude di intraprendere una risposta "proporzionata" agli attacchi informatici. Putin, da parte sua, ha bollato l'intera faccenda come "isteria" mirata a "distrarre" l'opinione pubblica americana e ha ammonito i candidati: "Sfruttando il tema russo avvelenano i rapporti bilaterali". "Non c'è più dialogo - ha accusato - non per scelta della Russia".
Putin annulla il viaggio a Parigi - Ma la tensione coinvolge anche il Vecchio Continente. Il capo del Cremlino ha accusato apertamente Parigi di essersi rimangiata "le promesse" e di non aver preso in considerazione le proposte della Russia nella bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla Siria, per poi "incolpare la Russia del veto: così Francois Hollande ha fatto gli interessi degli Usa e non quelli del suo Paese, che pur si definisce una "grande potenza". Per questo, il capo del Cremlino ha annullato il suo viaggio a Parigi. Nella disputa è intervenuto anche il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson che ha usato parole forti: "La Russia deve essere indagata per crimini di guerra ad Aleppo e rischia di diventare una nazione-paria". Johnson ha anche chiesto alla gente di andare a manifestare davanti alle ambasciate russe nel mondo.
Psicosi di un conflitto con l'Occidente in Russia - E la psicosi di un possibile imminente conflitto con l’Occidente sembra essersi impadronita della Russia. Il governatore di San Pietroburgo Poltavchenko ha ordinato lunedì di accumulare riserve di grano. Le autorità cittadine dovranno essere in gradi di assicurare a ogni abitante 300 grammi di pane al dì per 20 giorni. La settimana scorsa in scuole, uffici e fabbriche di tutto il Paese ci sono state speciali esercitazioni condotte dalla Protezione civile: cosa fare in caso di attacco, dove si trovano i rifugi contro i bombardamenti, eccetera. Nel manifesto affisso per le vie del quartiere Kizminki, si parla esplicitamente di una "attesa aggressione nucleare da parte di Paesi ostili". Anche l’amministrazione del quartiere Kuzminki, nella periferia sud di Mosca, ha rotto gli indugi e ha già lanciato una raccolta di fondi tra gli abitanti per costruire un nuovo rifugio anti-atomico: "Ogni contribuente avrà un pass nominativo per entrare. Affrettatevi, i posti sono limitati".