Usa 2016, le donne davanti alla tv: "Trump resta in corsa"

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Giovanna Pancheri

Il "Fattore D" si sta rivelando determinante nella corsa alla Casa Bianca. Il racconto del nostro inviato dagli Stati Uniti

«Ogni uomo che denigra una donna dovrebbe ricordarsi che ogni donna è o è stata una madre, una sorella o una figlia…». Così parlava Victoria Woodhull, la prima donna candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Correva l’anno 1872 e la Woodhull non prese neanche un voto. Il suffragio femminile venne introdotto negli Stati Uniti solo nel 1920, ma le parole e le battaglie attuali di Victoria assumono tutto un altro peso nel 2016, in queste violente elezioni presidenziali in cui il «Fattore D» si sta rivelando determinante. Lo è perché per la prima volta una donna, Hillary Clinton, può seriamente aspirare alla Casa Bianca. Lo è perché il suo avversario, Donald Trump, ha fatto della misoginia una delle chiavi del suo stile di vita in passato, uno stile di vita che ora gli si sta rivoltando contro tra video scandalo ed ex Miss rancorose e umiliate. Lo è perché le donne guadagnano ancora oggi meno degli uomini, lo è perché il 53% dell’elettorato è donna e quindi a differenza dei tempi della Woodhull la loro voce alle urne sarà assordante.

«La questione femminile sarà dirimente in queste elezioni anche per le “Millennials” che non amano nessuno dei due candidati – spiega Arianna Farinelli, docente di Scienze Politiche alla Columbia University, mentre guarda il dibattito insieme ad un gruppo d’ascolto tutto al femminile in un appartamento newyorchese –. Le dichiarazioni sessiste di Trump arrivano, però, in un momento in cui si parla molto, ad esempio, del tema degli stupri nei campus universitari. Le studentesse della Columbia University hanno protestato portando in giro i loro materassi per mesi contro gli abusi sessuali negli atenei». «Non riguarda solo le più giovani, credo che ormai ogni donna con un minimo di cervello si rifiuterà di votare Trump», aggiunge Aileen Sirey, presidente dell’associazione delle donne italoamericane. Anche Laura, casalinga e madre concorda: «Ho amiche repubblicane che dopo questi ultimi scandali non lo voteranno».

Molte delle signore in questo salotto si sono sentite offese, ma non sorprese dal video volgare di Trump: «È un playboy, lo è sempre stato» sottolinea Cecilia che, però, non pensa che la corsa del tycoon sia finita: «Lui resta l’unica alternativa per chi si sente frustrato dalle politiche del governo attuale». «Anche se dicesse di aver sparato a qualcuno i suoi lo voterebbero comunque» commenta sarcastica Nancy che applaude ad ogni colpo ben assestato da Hillary in questo che più di un dibattito sembra un incontro di boxe tanto che se c’è una questione su cui tutte concordano è proprio l’asprezza del confronto che sta mettendo in ombra tutto il resto. «Non penso che ci siano dei settori nella vita politica e sociale che riguardino solo noi o solo gli uomini. Non mi sembra, per questo, un dibattito serio vedo solo tanto cinismo e tanta falsa moralità» riassume Talila Gafter, imprenditrice nel settore dei gioielli, con un sorriso amaro mentre in sottofondo Trump sta riconoscendo l’onore delle armi ad Hillary: «Lei è una che non molla e io, per questo, la rispetto».

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