L'attentato è avvenuto nella provincia di Mandera, Nord-Est del Paese. Il gruppo jihadista ha rivendicato l'azione
“Ci siamo noi dietro l'attacco a Mandera con il quale abbiamo ucciso sei cristiani”. Al Shabaab rivendica la propria responsabilità negli attentati che nella notte fra il 5 e il 6 ottobre sono costati la vita a sei persone nel Nord-Est del Kenya. La dichiarazione, diffusa nella mattinata di oggi dall'agenzia di stampa Reuters, porta la firma di Sheikh Abdiasis Abu Musab, portavoce delle operazioni militari del gruppo jihadista. Il rappresentante dell'organizzazione criminale ha anche aggiunto che il commando ha colpito un veicolo della polizia con una bomba posta sul ciglio della strada.
L'attacco nella notte - Secondo le prime ricostruzioni, l'attacco, che ha provocato la morte di sei persone e il ferimento grave di una settima, sarebbe cominciato intorno alle 2.45 locali (l'1.45 italiane) quando gli uomini del commando armato si sarebbero aperti un varco all'interno di un cantiere di una zona residenziale facendo esplodere una granata e avrebbero successivamente iniziato a sparare sui presenti. La conferma del bilancio è arrivato poche ore dopo i fatti da Ali Roba, governatore della contea di Mandera, che attraverso un tweet ha dichiarato “abbiamo sofferto un altro attacco”, avanzando da subito l'ipotesi di una matrice terroristica.
Potevano esserci più vittime – Il politico, raggiunto al telefono dalla Reuters, ha poi aggiunto che “se non fosse stato per il rapido intervento delle nostre forze di sicurezza, a quest'ora staremmo parlando di molti più morti”. Sul luogo dell'attentato c'erano infatti altre 27 persone che sono state fatte evacuare dai militari subito dopo il blitz dei terroristi. Gli obiettivi erano tutte persone “non del posto”, probabilmente operai stranieri. Al Shaabab che continua a ripetere da mesi che gli attacchi non finiranno finché il governo di Nairobi non disporrà il ritiro delle proprie truppe dal contingente militare africano di stanza in Somalia.
Una lunga serie di attentati – I continui attentati in Kenya messi a segno dalla costola somala di Al Qaeda hanno già ucciso centinaia di persone negli ultimi tre anni contribuendo anche a minare la vitalità del settore turistico nazionale. Gli assalti sono stati spesso sferrati nella parte nordorientale del Paese che confina con la Somalia. Lo scorso settembre 50 uomini armati hanno assaltato una stazione di polizia. Le incursioni più cruente rimangono però quelle compiute nel 2013 nel centro commerciale WestGate di Nairobi e nell'aprile del 2015 all’Università di Garissa.