La denuncia di padre Ibrahim al Sabagh: non sono cessate le ostilità
La situazione ad Aleppo stamane appare “più calma di ieri”, ma i combattimenti e i bombardamenti non sono completamente cessati perché si possono ancora udire esplosioni. Lo ha detto all'Ansa padre Ibrahim al Sabagh, parroco della chiesa di San Francesco, nel settore occidentale della città sotto controllo governativo, e dell'intera comunità cattolico-latina della città (TUTTI I VIDEO).
Acqua corrente a tratti - "L'acqua corrente - ha aggiunto padre Ibrahim - è tornata ieri, ma solo a tratti, magari funziona per un'ora, poi se ne va, poi torna ancora per dieci minuti, e questo rende la gente ancora più demoralizzata e ansiosa. L'elettricità invece proprio non esiste".
La richiesta dell'Onu - Due giorni fa l'Onu aveva chiesto una tregua di 48 ore per poter ripristinare le reti idrica ed elettrica e portare gli aiuti umanitari più urgenti ad una popolazione di due milioni di persone "unita nella sofferenza", sia che viva nell'ovest della città controllato dai governativi, sia nei quartieri orientali in mano agli insorti. La Russia, alleata del governo di Bashar al Assad e che partecipa ai bombardamenti con l'aviazione siriana, ha annunciato ieri sera una tregua di tre ore al giorno, ma le Nazioni Unite affermano che non basta per portare gli aiuti necessari.
E oggi l'inviato speciale dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura ha ribadito: "Tre ore al giorno di tregua umanitaria ad Aleppo non bastano: sono necessarie almeno 48 ore".