Rouen, in un nuovo video dell'Isis minacce alla Francia

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In un filmato uno dei due attentatori invita i musulmani ad attaccare i Paesi occidentali. Intanto dal Consiglio Islamico francese arriva la proposta di partecipare alla messa cattolica di domenica in segno di solidarietà

E' stato incriminato uno dei tre fermati nell'ambito dell'inchiesta sull'attentato di Saint-Etienne-du-Rouvray. L'accusa è "associazione di stampo terroristico".  A casa sua è stato trovato su un telefono il video di uno dei due killer, Abdel Malik Petitjean, in cui presta giuramento di fedeltà ad Isis, prima di sgozzare il sacerdote insieme a Adel Kermiche. Il ragazzo di 19 anni venne fermato il 25 luglio, alla vigilia dell'attentato, nel quadro di un'indagine degli 007 francesi.  

Continuano dunque le indagini in Francia per stabilire eventuali complicità e appoggi avuti dai due terroristi che pochi giorni fa hanno assaltato una chiesa nei pressi di Rouen uccidendo l'anziano prete Jacques Hamel. Da parte dei musulmani francesi è intanto arrivata la proposta di partecipare, in segno di solidarietà, alla messa cattolica di domenica in tutto il Paese. E fa discutere un video diffuso dall'Isis che mostra Abdel Malik Petitjean, uno dei due assalitori uccisi dalle teste di cuoio a Saint-Etienne-du-Rouvray, minacciare la Francia.

Il nuovo video dell'Isis - Nel filmato, diffuso da Amaq, l'agenzia del califfato, si vede il giovane parlare alla telecamera apparentemente da solo. Rivolgendosi a Hollande e Valls sostenendo che ora capiranno che "siamo uomini determinati". Seguono poi inviti agli altri musulmani ad attaccare i Paesi occidentali. Petitjean parla in perfetto francese e usa alcune parole in arabo.

Musulmani francesi: domenica a Messa come segno di solidarietà - Intanto il Consiglio Francese per il culto islamico, organismo che rappresenta oltre duemila moschee in tutto il Paese, ha lanciato l'appello ai musulmani a recarsi, in segno di solidarietà, a una messa cattolica. Un'iniziativa che è stata rilanciata anche in Italia dal Coreis (Comunità religiosa Islamica italiana). Domenica 31 luglio - annuncia una nota -, prima della Santa Messa, delegati della Coreis porteranno il saluto in chiesa al vescovo e al parroco nelle seguenti città: Roma, Milano, Novara, Genova, Verona, Sondrio, Ventimiglia, Brescia, Vicenza, Fermo, Siena, Piacenza, Brindisi, Palermo e Agrigento.

Altri tre fermati - Oltre al diciannovenne incriminato i fermati nel quadro del'indagine avviata dall'antiterrorismo dopo l'attentato sono tre: un sedicenne nato in Algeria condotto in commissariato già martedì scorso e fratello del ventiseienne Adel Baoun, l'amico di Adel Kermiche riuscito a giungere nei feudi del Califfato con i documenti di quest'ultimo. Qualcuno non esclude che sia proprio questo altro Adel ad aver coordinato se non pilotato l'assalto dei due da lontano ma per ora si tratta di pura ipotesi. Gli altri fermati sono un francese trentenne legato all'entourage familiare di Petitjean e un richiedente asilo siriano fermato ieri in un centro di accoglienza  di Cusset, nel dipartimento dell'Allier, non lontano da Lione. "La fotocopia di un passaporto siriano e' stata ritrovata nell'appartamento di Adel Kermiche a Saint-Etienne-du-Rouvier e gli inquirenti cercano di capire se si tratta dello stesso individuo", rivela una fonte vicina all'inchiesta

Valls: "Rilasciare Kermiche è stato un fallimento"
- Ma in Francia non si placa neanche la polemica politica. Il primo ministro Manuel Valls ha ammesso che rimettere in libertà, anche se con il braccialetto elettronico, Adel Kermiche, uno dei due assalitori di Ruen, è stato un "fallimento, bisogna riconoscerlo".  Ma, ha aggiunto, "è troppo facile considerare i giudici responsabili per questo atto di terrorismo". Valls ha poi replicato alle critiche lanciate da Sarkozy. Alcuni - afferma - cercano di screditare la gauche alimentando le paure per costruirsi un capitale politico. Ne' le primarie della destra ne' l'elezione presidenziale - avverte - giustificano tali atteggiamenti. A Nicolas Sarkozy sono saltati i nervi. Essere lucidi di fronte alla minaccia non significa slittare nel populismo".

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