Il Pontefice a Cracovia per la Via Crucis della Giornata mondiale della Gioventù: "Ci sono domande per le quali non ci sono risposte umane: Dio è in chi soffre". E poi aggiunge: "La crudeltà non è finita ad Auschwitz"
"'Dov'è Dio?. Dov'è Dio se nel mondo c'è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati?". Questa è la domanda che Papa Francesco ha rivolto ai migliaia di giovani presenti alla Via Crucis della Gmg. "Dov'è Dio - ha continuato il Pontefice, che in mattinata ha visitato l'ex campo di concentramento di Auschwitz - quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov'è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch'essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov'è Dio, di fronte all'inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti dell'anima?".
Papa Francesco: "Dio è in chi soffre" - "Esistono - ha quindi spiegato a quella moltitudine di ragazzi - domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo guardare a Gesù e domandare a Lui. E la risposta di Gesù è questa: 'Dio è in loro', Gesù è in loro, soffre in loro, profondamente identificato con ciascuno. Egli è così unito ad essi, quasi da formare 'un solo corpo'. Gesù stesso ha scelto di identificarsi in questi nostri fratelli e sorelle provati dal dolore e dalle angosce, accettando di percorrere la via dolorosa verso il Calvario. Egli, morendo in Croce, si consegna nelle mani del Padre e porta su di sé e in sé, con amore che si dona, le piaghe fisiche, morali e spirituali dell'umanità intera". "Abbracciando il legno della croce, Gesù abbraccia la nudità e la fame, la sete e la solitudine, il dolore e la morte degli uomini e delle donne di tutti i tempi", ha continuato Francesco che nel pomeriggio di oggi è andato a trovare i bambini nell'ospedale pediatrico di Cracovia, chinandosi per baciare le loro teste calve per la chemioterapie e quelle guance incerottate per tenere le cannule della parenterale.
Papa Francesco: "La crudeltà non è finita ad Auschwitz" - Il Pontefice è poi tornato sulla sua visita mattutina al campo di sterminio. Ad Auschwitz, ha detto alla folla, "quanto dolore, quanta crudeltà, ma è possibile che noi uomini creati a somiglianza di Dio siamo capaci di fare queste cose? Eh, le cose sono state fatte, ma io non vorrei amareggiarvi ma devo dire la verità, la crudeltà non è finita in Auschwitz e in Birkenau, perché oggi oggi oggi si tortura la gente, tanti prigionieri sono torturati subito per farli parlare, rapiti, oggi ci sono uomini e donne nelle carceri sovraffollate, vivono scusatemi, ma come animali, oggi c'é questa crudeltà".
"Abbracciamo i nostri fratelli siriani - Papa Francesco ha quindi dedicato il pensiero a chi fugge dalla guerra. "Abbracciamo, insieme a Gesù, con speciale amore, i nostri fratelli siriani, fuggiti dalla guerra - ha detto durante la Via Crucis - Li salutiamo e li accogliamo con affetto fraterno e con simpatia". Le sue parole sono state accolte da un caloroso applauso.