Turchia, oltre 290 morti e più di 6 mila arresti per il tentato golpe

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Una foto simbolo del golpe fallito (Getty - Bulent Kilic)

Oltre 1400 i feriti dopo il colpo di Stato fallito. Tra gli arrestati anche il consigliere militare di Erdogan. Tensione con gli Usa, accusati di proteggere Fethullah Gulen. Ai funerali delle vittime anche il presidente turco: FOTO

Sono oltre 290 i morti del tentato golpe per destituire Erdogan in Turchia avvenuto nella notte di venerdì. Lo scrive in una nota il ministero degli Esteri di Ankara, precisando che più di 190 sono i civili e oltre 100 i militari golpisti uccisi. Oltre 1.400 feriti.
E nel Paese la tensione resta alta. Nel pomeriggio di oggi si sono verificati scontri tra le forze di sicurezza turche e sostenitori del golpe che resistono a un tentativo di arresto  al secondo aeroporto di Istanbul, Sabiha Gokcen, nella parte asiatica della città. Almeno 11 soldati golpisti sono stati arrestati. Altri scontri tra forze di sicurezza turche e militari golpisti sono segnalati nella base militare di Konya, nell'Anatolia centrale.

 

Ancora arresti - Per il golpe fallito ci sono stati in tutto "circa 6 mila arresti e ce ne saranno altri. Continuiamo a fare pulizia", ha detto il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag. Non si ferma dunque la resa dei conti: militari in manette, giudici rimossi o incarcerati.
 

Arrestato anche consigliere militare di Erdogan - Mandato d'arresto anche per il consigliere militare del presidente Erdogan. Tra gli arrestati anche un alto generale della base aerea di Incirlik, fermato insieme con altri ufficiali. La base aerea, le cui operazioni sono state sospese prima di essere ripristinate, è utilizzata dalla coalizione araba a guida americana per colpire in Siria le postazioni dell'Isis. Il generale Bekir Ercan Van è stato interrogato dalla polizia, riferisce il quotidiano Hurriyet. Il governo sospetta, ha riferito una fonte anonima, che la base sia stata utilizzata per rifornire un caccia '"dirottato" dai golpisti la notte di venerdì.

 

Sale la tensione con gli Usa - E cresce anche la tensione fra Ankara e Washington: il ministro del Lavoro turco ha ipotizzato apertamente, riferisce la Bbc, che gli Usa siano dietro il fallito golpe della notte fra venerdì e sabato, mentre il segretario di Stato, John Kerry, citato da Lussemburgo, ha negato tutto mettendo in guardia la Turchia da quelle che ha chiamato "pubbliche insinuazioni". I sospetti sugli Usa - ha detto Kerry - "sono totalmente falsi e danneggiano" i rapporti.

Già sabato la tensione tra i due Paesi era salita quando Erdogan ha chiesto agli Usa di estradare Fethullah Gulen, indicato come mente occulta dietro il tentato golpe. Il leader religioso vive in auto-esilio in Pennsylvania e si è detto estraneo alla vicenda. Gli Usa hanno chiesto di fornire prove del suo coinvolgimento e sul tema ci sarebbe stata una telefonata tra il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, e il segretario di Stato Usa, John Kerry.

 

Gulen respinge le accuse

 

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