Un leader di una comunità locale mette in dubbio che la ragazza ritrovata ieri notte facesse effettivamente parte del gruppo rapito nell'aprile del 2014
Nel blitz contro Boko Haram in Nigeria, in cui ieri è stata liberata la seconda ragazza del gruppo rapito a Chibok, sono state rimesse in libertà 96 donne e bambini che erano nelle mani dei jihadisti. Lo ha annunciato il portavoce dell'esercito aggiungendo che sono stati uccisi 35 militanti di Boko Haram.
Intanto un leader di una comunità locale, Pogu Bitrus, sostiene che ci sono dubbi che la ragazza ritrovata ieri notte facesse effettivamente parte del gruppo rapito nell'aprile del 2014, come invece Amina Ali Nkeki, ritrovata due giorni fa. Secondo Bitrus la seconda ragazza potrebbe essere la sorella di una studentessa che frequentava il liceo a Chibok.
Due anni fa il rapimento - Le giovani facevano parte delle 276 studentesse della scuola superiore di Chibok, nello Stato nord-orientale del Borno, presa d'assalto dal gruppo jihadista il 14 aprile 2014. Poche ore dopo il sequestro, decine di studentesse riuscirono a fuggire, ma di 219 non si seppe più nulla fino al mese scorso, quando un video mostrò le immagini di alcune di loro ancora in vita.
"Bring back our girls", la campagna su Twitter - La vicenda delle studentesse di Chibok suscitò un'ondata di commozione internazionale che aveva portato tra l'altro alla campagna #bringbackourgirls su Twitter, alla quale hanno aderito anche Michelle Obama e la pakistana Malala Yousafzai, Premio Nobel per la pace.