Libia, da Vienna mano tesa a Serraj: impegno a rimuovere embargo armi

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La bozza presentata al summit. Kerry elogia l'Italia: "Al primo posto negli sforzi". Gentiloni a Sky Tg24: "Non ci sarà nessun intervento straniero" 

"La sicurezza è un punto chiave del futuro della Libia. Riconosciamo la necessità di rafforzare gli sforzi di coordinamento tra le forze militari e di sicurezza libiche e le invitiamo a creare rapidamente un comando unificato per coordinare la lotta a Daesh". Lo si legge nel documento finale della Conferenza sulla Libia di Vienna. "Garantire la sicurezza e difendere il Paese dal terrorismo deve essere il compito di forze nazionali unificate e rafforzate. I libici devono combatterlo con unità", prosegue il testo.

 

Kerry: "Cercheremo di revocare embargo" - "Appoggeremo il consiglio di presidenza e cercheremo di revocare l'embargo e fornire gli strumenti necessari per contrattaccare l'Isis in Libia" ha assicurato il segretario di Stato Usa John Kerry, rispondendo alle richieste del premier libico, Fayez al Serraj. Nel corso della conferenza internazionale sulla Libia a Vienna, Kerry ha sottolineato che "è importante e urgente risolvere la situazione in Libia il più velocemente possibile e ha ribadito che "il governo Serraj è l'unico legittimo della Libia", "ora deve iniziare a lavorare" ed è un "imperativo per la comunità internazionale sostenerlo". Il segretario di Stato Usa ha ribadito inoltre che "coloro che minacciano la pace e la sicurezza in Libia o che vogliono ostacolare la transizione politica dovranno affrontare la prospettiva delle sanzioni". Kerry ha elogiato l'Italia, che ha con la Libia "una relazione e un interesse molto speciale", ed è "sempre al primo posto nello sforzo" per la stabilizzazione del Paese.

 


Serraj: nostro nemico peggiore non l'Isis ma le divisioni interne - Serraj, che alla vigilia della riunione ha precisato che "il suo governo non chiede soldati sul terreno, ma assistenza per l'addestramento e inoltre la revoca dell'embargo sulle armi", ha avvertito che "il nostro nemico peggiore non è l'Isis", ma le divisioni interne e "i terroristi saranno sconfitti dal nostro esercito unito sotto il comando civile, non dalle milizie rivale che rivendicano un ruolo politico".

 

Gentiloni: "Non ci sarà nessun intervento straniero" - Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Sky TG24 ha assicurato che non ci sarà un intervento straniero. E in conferenza stampa ha sottolineato che "la stabilizzazione della Libia è necessaria per battere il Daesh e fronteggiare l'emergenza migranti".

 

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