Palmira, Unesco: "Danni gravi ma è salva la sua autenticità"

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Gli esperti dell'agenzia Onu hanno effettuato un sopralluogo nella città siriana tra il 24 e il 26 aprile

Il sito archeologico siriano di Palmira, nonostante i danneggiamenti per mano dei combattenti dello Stato Islamico, “conserva in gran parte la sua integrità e la sua autenticità”. Lo sostengono gli esperti dell’Unesco in una nota, rilasciata dopo un sopralluogo tecnico effettuato tra il 24 e il 26 aprile.

 

I monumenti danneggiati - I tecnici dell’agenzia dell’Onu hanno confermato la distruzione dell'arco di trionfo, del tempio di Baal, di cui restano solo "le rovine polverizzate". Nel museo hanno osservato i tanti reperti danneggiati, soprattutto "statue di grandi dimensioni, sarcofagi e sculture che non si erano potute mettere al riparto" e che sono state "sfigurate, martoriate e decapitate". A causa delle operazioni di sminamento (fotogallery), sono ancora inagibili il tempio di Bel e la cittadella mamelucca che sovrasta la città le cui condizioni, quindi, non sono state verificate.

 

 

Nelle foto qui sotto Palmira prima e dopo l'occupazione dell'Isis

 

 

 

L’impegno dell’Unesco - "Palmira costituisce uno dei pilastri dell'identità siriana - commenta nella nota la direttrice dell'Unesco, Irina Bokova - e una fonte di dignità per tutti i siriani. L'Unesco è determinata ad assicurare la salvaguardia di questo e degli altri siti, con tutti i suoi partner, nel quadro più ampio delle operazioni umanitarie e della costruzione della pace".

 

L'occupazione di Palmira - A fine marzo le forze governative siriane, appoggiate dai raid aerei russi, hanno liberato la città di Palmira (fotogallery) che era nelle mani dell'Isis dal maggio 2015. Gli archeologi siriani si erano detti scioccati per le devastazioni perpetrate dai combattenti dello Stato Islamico (fotogallery).

 

 

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