L'Egitto "ha agito in totale trasparenza", "i media locali rilanciano menzogne" dice il presidente egiziano sul caso del giovane ricercatore ucciso
Nega con forza qualsiasi responsabilità dei servizi segreti, punta il dito contro i media locali, ma ammette che l’Egitto ha fatto confusione. A parlare è il presidente egiziano Fatah al Sisi che, davanti al Parlamento, affronta il caso della morte di Giulio Regeni.
Regeni ucciso da gente malvagia - Dietro l’omicidio del giovane ricercatore italiano, c’è “gente malvagia” afferma, senza aggiungere altri particolari né spiegare quali informazioni abbia per sostenere questa tesi. I servizi segreti dunque non c’entrano nulla. Il vero "problema per l'Egitto" secondo Al Sisi è stato generato dalla pubblicazione da parte di media egiziani di "menzogne", che hanno trasformato il caso dell'omicidio di Giulio Regeni in una questione "molto più grave".
Egitto ha agito in totale trasparenza - "Siamo noi che abbiamo creato questo problema per l'Egitto. Siamo noi - ha ribadito - che abbiamo creato il problema per l'Egitto dell'uccisione del giovane italiano". E’ altrettanto vero, però, che l’Egitto “ha agito in totale trasparenza”. “Perché - aggiunge - stiamo prestando la massima attenzione al caso Regeni? Perché L'Italia è stata il primo paese a stare dalla nostra parte dopo la rivolta del 30 giugno".