Siria, accordo per cessate il fuoco. Assad: riconquisterò il Paese

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12 febbraio 2016 - Fonte foto: GettyImages

I negoziati, firmati a Monaco dall'International Syria Support Group, prevedono la fine delle ostilità entro una settimana.  Le opposizioni siriane in esilio rifiutano la proposta: "Nessuna intesa fino a quando resterà in carica al Assad". Il presidente, invece, si dice favorevole, ma avverte: "Se negoziamo, non significa che fermiamo la lotta al terrorismo"

Cessazione delle ostilità entro una settimana e invio di aiuti umanitari. E' questo l'accordo sulla Siria raggiunto a Monaco, nella notte tra l'11 e il 12 febbraio, dalle potenze mondiali dell'International Syria Support Group. L'intesa è stata raggiunta dopo sei ore di negoziati fra il segretario di Stato americano John Kerry, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, l'inviato Onu per la Siria Staffan de Mistura e ministri degli Esteri europei e del Medio Oriente.

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr"><a href="https://twitter.com/hashtag/ISSG?src=hash">#ISSG</a> also agreed that cessation of hostilities will begin in one week, after consultations by Syrian parties.&mdash; John Kerry (@JohnKerry) <a href="https://twitter.com/JohnKerry/status/697952673551806464">12 Febbraio 2016</a></blockquote><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

La proposta - La distribuzione di aiuti umanitari ai siriani nelle città assediate verranno "accelerate ed  estese" a partire dal 15 febbraio, ha detto Kerry. Quanto alla cessazione delle ostilità, il capo della diplomazia americana ha specificato che si tratta di una "pausa" e non di una  vera tregua che "sarebbe più permanente" e segnerebbe "la fine del  conflitto. Verranno create ora due task force: una per sovrintendere  alla cessazione delle ostilità, l'altra per gli aiuti umanitari.

Assad: riconquisterò il Paese - Il via libera all'accordo è arrivato anche dal presidente siriano, Bashar al-Assad, che ha dichiarato di sostenere i negoziati per una soluzione diplomatica del conflitto in corso ma ha ribadito che non fermerà la guerra al terrorismo. "Noi crediamo fermamente nei negoziati, tuttavia, se negoziamo, non significa che fermiamo la lotta al terrorismo. Le due strade sono inevitabili in Siria", ha affermato in un'intervista esclusiva all'Afp. E ha aggiunto: "Riconquisterò tutto il Paese, ma potrebbe volerci molto tempo".

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Assad vows to retake whole of Syria: Full story <a href="https://t.co/iWau7yj8AP">https://t.co/iWau7yj8AP</a> <a href="https://t.co/UBnyAoyxcX">pic.twitter.com/UBnyAoyxcX</a>&mdash; AFP news agency (@AFP) <a href="https://twitter.com/AFP/status/698174473854386176">12 Febbraio 2016</a></blockquote><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

Le opposizioni dicono no - Le opposizioni siriane all'estero, invece, rifiutano solennemente la proposta di cessate il fuoco. "Nessun accordo è possibile fino a quando rimarrà in carica il presidente (Bashar) al Assad e rimarranno in Siria i Pasdaran (iraniani)" ha detto Riad Hijab, presidente dell'Alto consiglio dell'opposizione siriana, la delegazione incaricata di condurre i colloqui mediati dall'Onu con il governo di Damasco. 

 

La posizione della Russia - Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov dal canto suo ha puntualizzato che la Russia non interromperà i suoi attacchi aerei, dicendo che il cessate il fuoco non si applica allo Stato islamico e ad al Nusrah, affiliato con al Qaeda. 


Gli Usa e gli alleati europei hanno invece ricordato che solo una piccola parte di questi attacchi russi hanno colpito gli obiettivi dichiarati, con la grande maggioranza che ha colpito gruppi di opposizione appoggiati dall'occidente che cercano di rovesciare il governo del presidente Bashar al-Assad.

Istituto ricerca: 470mila uccisi in 5 anni - E' di quasi mezzo milione di siriani uccisi il bilancio di cinque anni di violenze in Siria, circa il doppio di quanto documentato un anno e mezzo fa dall'Onu. Lo si apprende dal rapporto aggiornato di un autorevole think tank siriano indipendente, il Syrian Center for Policy Research (Scpr) basato a Beirut.

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