Rapporto della Commissione europea sull’Italia: solo uno dei sei hotspot designati è pienamente operativo. Aprire due nuovi centri, uno a Pozzallo e uno a Porto Empedocle. Mattarella: non chiudere le porte, altrimenti si cancellano le conquiste civili e sociali
Bruxelles chiede all'Italia "un'accelerazione" nel "dare cornice legale alle attività di hotspot, in particolare per permettere l'uso della forza per la raccolta delle impronte e prevedere di trattenere più a lungo i migranti che oppongono resistenza". È quanto si legge nel rapporto della Commissione Ue sull'Italia - anticipato da Ansa - e che sarà pubblicato il 15 dicembre.
Renzi: così la Ue si fa male - Qualche giorno fa, infatti, la Ue ha richiamato l'Italia per la mancata identificazione dei migranti che sbarcano sulle coste. E ha confermato di avere inviato all'Italia una lettera di messa in mora per la mancata applicazione del regolamento sulla registrazione dei migranti con la presa di impronte digitali (Eurodac). Si tratta del primo passaggio della procedura di infrazione. Immediata la risposta del premier Renzi, che dalla Leopolda ha affermato: "All'Europa che ci fa la procedura di infrazione perché non abbiamo preso qualche impronta, diciamo che la somma delle burocrazie fa del male a se stessa".
Ue a Italia, aprire subito 2 hotspot – Il rapporto di Bruxelles sull'Italia sottolinea, però, che "malgrado i sostanziali incoraggiamenti" della Ue "solo uno dei sei hotspot designati è pienamente operativo, a Lampedusa. La Commissione - precisa - si aspetta che altri due centri, Pozzallo e Porto Empedocle siano aperti a giorni".
Mattarella, non chiudere le porte - Sul tema è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Chiudere le porte di fronte a 'queste masse di esseri umani' che fuggono da guerre, fame ed oppressione, equivale a cancellare conquiste civili e sociali faticosamente raggiunte". Queste le parole pronunciate davanti al corpo diplomatico al Quirinale.
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Migrante fermato a Pozzallo – Intanto, proprio a Pozzallo, è stato fermato un migrante sospettato di essere un terrorista legato all'Isis. Il giovane, 20 anni, siriano, era arrivato in Sicilia il 4 dicembre scorso su un barcone insieme ad altri migranti. La sua appartenenza allo Stato islamico sarebbe comprovata dalle immagini trovate sul suo cellulare che la Digos ragusana, in collaborazione con la Polizia postale di Catania, ha estrapolato e passato al vaglio. Secondo le prime frammentarie informazioni, ci sarebbero le riprese di veri e propri atti terroristici mentre tra i messaggi conservati in memoria figurerebbe, in particolare, un sms con scritto "Allah è grande, ma l'Isis lo è di più”.