Parigi, Eagles of Death Metal: “Torneremo a suonare al Bataclan”

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Nella prima intervista, rilasciata a Vice, la band californiana che si esibiva la sera della strage racconta i momenti più drammatici. “Mi sono ritrovato faccia a faccia con uno degli assalitori”, dice il leader del gruppo. Il batterista: “Per salvarmi ho iniziato a strisciare sul palco”. Il tecnico del suono: "C'era sangue ovunque. Il terrorista continuava a sparare e a massacrare e a urlare a squarciagola 'Allah Akbar'". VIDEO

"Voglio essere il primo a tornare al Bataclan, appena riaprirà. I nostri amici sono andati lì per vedere un po' di rock 'n' roll e sono morti. Io voglio andare lì e vivere”. A parlare è Jesse Hughes, il leader degli Eagles of Death Metal, il gruppo rock che stava suonando la sera degli attacchi terroristici. Ottantanove delle centotrenta persone morte venerdì 13, sono state uccise proprio nel locale.

 

Il gruppo califoniano, in un'intervista con Vice, ripercorre i momenti drammatici vissuti a Parigi. E invita i fan a mettersi in contatto con loro. "Noi facciamo musica. E' la nostra vita e non smetteremo di farlo per nessun motivo,ma non vogliamo neanche smettere di ascoltare le storie delle persone. Noi vogliamo continuare a suonare ogni sera e a vedere i volti sorridenti della folla, è questo che ci fa andare avanti".

 

 

L'intervista integrale

 

 

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Faccia a faccia con i terroristi – Hughes, in un racconto spesso interrotto dalle lacrime, spiega che quando è sceso dal palco, dopo i primi spari, è andato a cercare – senza riuscire a trovarla – la sua ragazza nel camerino. Ha aperto un'altra porta e si è trovato faccia a faccia con uno degli attentatori: “Si è voltato verso di me, ha abbassato l'arma ma la canna ha sbattuto sullo stipite della porta”. A quel punto Hughes si è voltato ed è scappato. Dopo aver trovato la sua ragazza, è riuscito a uscire in strada.

 

Tutte le foto su Parigi

 

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L'esplosione – Più difficile la fuga dalla sala per il batterista, Julian Dorio. Cercando di farsi scudo con il suo strumento, ha strisciato sul palco fino a raggiungere l'uscita. Il bassista Matt McJunkins, invece, ha trovato rifugio in un'altra stanza all'interno del Bataclan, insieme ad altri spettatori: “Abbiamo messo alcune sedie davanti alla porta per barricarci dentro”. A un certo punto hanno sentito un'esplosione: uno degli attentatori si era fatto saltare in aria.

 

 

Il gruppo su Facebook

 

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La gente cadeva per terra - All'intervista partecipa anche il tecnico del suono che, dal fondo della sala, racconta di aver visto i terroristi sparare all'impazzata: "La gente ha iniziato a cadere per terra. Feriti, morti, e altri correvano. Mentre ero ancora in piedi sono riuscito a vedere l'uomo che sparava. Lui mi ha guardato dritto negli occhi e ha sparato un colpo verso di me ma mi ha mancato. Ed è allora che mi sono gettato a terra . Eravamo tutti accalcati e credo che lui abbia pensato di avermi ferito perché mi ero buttato a terra subito dopo lo sparo e tutti gli altri intorno a me erano feriti. C'era sangue ovunque. Lui è rimasto lì e ha continuato a sparare e sparare e a massacrare e a urlare a squarciagola "Allah Akbar" ed è allora che ho capito cosa stava succedendo davvero".

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