Giallo sulla sorte del boia dello Stato islamico, comparso nei video di numerose esecuzioni. Secondo fonti americane sarebbe stato colpito a morte. Anche il Pentagono parla di "ragionevole certezza". Cameron non conferma
Il boia dell'Isis, Jihadi John, potrebbe essere stato colpito a morte da un drone americano in un raid avvenuto nella città siriana di Raqqa. È quanto sostengono alti funzionari Usa citati dal Washington Post e dalla Cnn, i primi a dare la notizia, precisando che sono in corso verifiche per accertarne la sorte. Secondo altre fonti, infatti, l'uomo sarebbe rimasto ferito ma sarebbe ancora vivo.
Pentagono: "Ragionevole certezza sia stato ucciso" - Prime conferme sulla morte arrivano dal portavoce del Pentagono Steve Warren: "Abbiamo la ragionevole certezza che sia stato ucciso". Ma, sottolineando che l'unico obiettivo di alto livello era Jihadi John, ha spiegato che "ci vorrà tempo per confermare la morte". Fonti dell'Intelligence "ci hanno rassicurato che questo individuo era Jihadi John - ha aggiunto il colonnello Warren - Lo seguivamo da tempo e quando si è presentata l'opportunità di colpire senza provocare vittime civili, siamo entrati in azione". Cauta la Casa Bianca: “Al momento non siamo in grado di confermare i risultati dell'operazione”. Anche il premier David Cameron, che ha riferito che il raid è stato condotto in maniera congiunta con l'intelligence britannica come "un atto di auto-difesa", non ha confermato l’uccisione.
"Sicuri al 100%" - Rami Abdel Rahman, direttore dell'Osservatorio nazionale siriano (Ondus), non ha invece dubbi. “Siamo sicuri al 100%” che Jihadi John sia stato ucciso da un drone e che il suo corpo "è stato dilaniato dall'esplosione", ha detto citando fonti sul terreno a Raqqa. Gli attivisti anti-Stato islamico di Raqqa, poi, riferiscono che Jihadi John "è stato ucciso accanto alla torre usata dall'Isis per le esecuzioni".
Chi è Jihadi John - Jihadi John in realtà si chiama Mohamed Emwazi, è nato in Kuwait nel 1988 ma si è trasferito con la famiglia a Londra all'età di 6 anni, dove cresce con un fratello e due sorelle e si laurea in informatica. È diventato uno degli uomini più ricercati al mondo dopo il video della decapitazione del giornalista americano, James Foley, nell'agosto dello scorso anno. Poi ci fu quello del reporter Usa, Steven Sotloff, dell'operatore americano Abdul-Rahman Kassig, dei britannici David Haines e Alan Henning e del giornalista giapponese Kenji Goto. Nei video dove annunciava le macabre esecuzioni degli ostaggi stranieri è sempre comparso con il volto coperto da un passamontagna, completamente vestito di nero e con un coltello in mano. Un anno dopo l'esecuzione di James Foley, il boia viene identificato: mesi dopo i giornali britannici pubblicano una foto con il suo vero volto e i dettagli sul suo passato.
Il boia tenuto d'occhio da mercoledì scorso - L'intelligence americana teneva d'occhio gli spostamenti del boia da mercoledì: quando Jihadi John è uscito da un edificio ed è salito su un'auto insieme ad un'altra persona, tre droni sono partiti e hanno colpito l'obiettivo con due missili. "Sapevamo che era lui quando siamo entrati in azione", hanno riferito alti ufficiali del Pentagono. A conferma, ci sarebbe anche un video che riprende Jihadi John poco prima di salire sull'auto. A coordinare l'operazione dei droni sono state le stesse 'menti' che pianificarono la missione per uccidere Osama bin Laden nel maggio del 2011: si tratta degli uomini delle forze speciali che operano dalla base di Fort Bragg, in North Carolina.
Obama: Isis non sta guadagnando terreno - Se la notizia dell'uccisione di Jihadi John venisse confermata sarebbe un colpo durissimo per la propaganda dell'Isis, anche dopo l'offensiva lanciata in queste ultime ore dalla coalizione. Lo stesso presidente Usa, Barack Obama, ha annunciato che le forze speciali hanno "contenuto l'Isis, che non sta guadagnando terreno né in Iraq né in Siria". "Quello che non siamo riusciti a fare - ha ammesso - è decapitare i loro vertici, anche se abbiamo fatto progressi nel bloccare il reclutamento di combattenti stranieri". A conferma, i peshmerga curdi hanno annunciato di aver strappato Sinjar dalle mani dei jihadisti (VIDEO). Il tricolore curdo sventola ora sulla città irachena, ma la battaglia per la conquista di una delle zone chiave tra Siria e Iraq prosegue con il sostegno decisivo della Coalizione a guida Usa. Allo stesso tempo, gli americani hanno lanciato una massiccia offensiva aerea insieme agli alleati contro i campi petroliferi del Califfato nell'est del Paese.
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