Papa: “Un credente non può parlare di povertà e vivere da faraone”

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Bergoglio, in un’intervista a un giornale olandese, fa un richiamo all’essenzialità. Poi rivela: “Da piccolo volevo fare il macellaio, da ragazzo giocavo a calcio ma ero una pata dura”. E durante la messa a Santa Marta: "Triste vedere preti e vescovi attaccati ai soldi"

 

"Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone, questo non si può fare". Così Papa Francesco in un'intervista al giornale olandese di strada Straatnieuw. E proprio nei giorni delle polemiche sull'uso improprio delle risorse finanziarie della Santa Sede, rivelate da documenti riservati pubblicati in due libri, il Papa afferma che i beni della Chiesa servono per mantenere "le strutture" della Chiesa stessa, ma anche per "tante opere che si fanno nei Paesi bisognosi: ospedali, scuole". E se "le opere artistiche come la Pietà di Michelangelo non possono essere vendute perché sono "tesori dell'umanità", e "questo vale per tutti i tesori della Chiesa" intanto, assicura, "abbiamo cominciato a vendere dei regali e altre cose che mi vengono date".
Poi, nell'omelia di questa mattina alla Domus Santa Marta dice: "Nella Chiesa c'è chi invece di servire se ne serve: arrampicatori, attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E' triste dirlo, no?".

 

Il richiamo all’essenzialità - “La povertà è sempre al centro dei pensieri di Francesco", sottolinea la Radio Vaticana che ha tradotto l'intervista. Bergoglio confida di "volere un modo senza poveri", però "la cupidigia umana c'è sempre, la mancanza di solidarietà, l'egoismo che crea i poveri. Per questo mi sembra un po' difficile immaginare un mondo senza poveri". Secondo Francesco, anche la Chiesa comunque deve essere povera perché "Gesù è venuto al mondo senzatetto e si è fatto povero". Un richiamo all'essenzialità che vale per tutti, compresi i laici. Tuttavia c'è - per tutti - il diritto ad avere una vita dignitosa, dunque: lavoro, casa, terra.

 

Papa: “C'è sempre tentazione corruzione, anche nella Chiesa” – Nell’intervista il Papa parla anche di corruzione. “C’è sempre la tentazione della corruzione nella vita pubblica. Sia politica, sia religiosa". Una tentazione, per il Papa, è quella di "fare accordi con i  governi. Si possono fare accordi, ma devono essere accordi chiari, accordi trasparenti. Per esempio: noi gestiamo questo palazzo, ma i conti sono tutti controllati, per evitare la corruzione".

 

“Da piccolo voleva fare il macellaio” – Il Papa ricorda poi i sogni di quando era bambino. “Quando ero piccolo non c'erano i negozi dove si vendevano le cose. Invece c'era il mercato dove si trovava il macellaio, il fruttivendolo eccetera. Io ci andavo con la mamma e la nonna per fare le spese. Ero piccolino, avevo quattro anni. E una volta mi hanno domandato: 'Cosa ti piacerebbe fare da grande?' Ho detto: il macellaio!".

 

“Mi piaceva giocare a calcio ma ero una pata dura” - Da ragazzo amava anche giocare a calcio ma non era una promessa di questo sport. "A Buenos Aires a quelli che giocavano il calcio come me, li chiamavano pata dura. Che vuol dire avere due gambe sinistre. Ma giocavo, facevo il portiere tante volte".

 

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