Malala a Sky TG24: mi è stata donata una seconda vita, è per l'istruzione

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Il 5 novembre esce “He named me Malala” film sulla vita del più giovane premio Nobel per la Pace, sopravvissuta per miracolo ad un agguato dei talebani. “Ho promesso a me stessa di continuare e portare il cambiamento che desidero” dice la giovane attivista

“Ho molte responsabilità e molto lavoro, ma sono per una causa importante: l’educazione”. Parla così ai microfoni di Sky TG24 Malala, premio Nobel per la Pace 2014. Oggi, la sua vita e il suo impegno per il diritto allo studio di tutti i bambini sono diventati anche oggetto di un documentario nei cinema dal 5 novembre. "He named me Malala" è il titolo della pellicola firmata dal regista Premio Oscar Davis Guggenheim, che verrà presentata il giorno prima in anteprima alla Camera alla presenza della Presidente Boldrini e verrà poi trasmessa da National Geographic nei primi mesi del 2016.

Malala: voglio continuare ad essere una ragazza normale - “Tutti hanno il diritto di vivere in pace. E io spero che questo film aiuti a diffondere questo messaggio” spiega a Renato Coen la giovane attivista pakistana, sopravvissuta per miracolo ad un agguato dei talebani. Malala racconta poi la sua giornata tipo, divisa tra attivismo e la scuola. Ma parla anche dei rapporti quotidiani con la sua famiglia e in particolar modo coi suoi due fratelli: “E’ difficile vivere con loro, sono molto sfacciati” dice come farebbe una sorella maggiore qualsiasi. Dopotutto, afferma Malala “io voglio continuare ad essere una ragazza normale; fare gossip, chiacchierare con gli amici, godermi il mio tempo”.

"La mia seconda vita è dedicata all'istruzione" - Dopo l’attentato subito il 9 ottobre 2012, quando fu colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola, Malala è diventata suo malgrado un simbolo della lotta per il diritto all'istruzione. “Tengo molto a questa causa - afferma - nonostante tutte le responsabilità che comporta. Ho promesso a me stessa di continuare e portare il cambiamento che desidero. Questa vita che mi è stata data (dopo l’attentato, ndr) è come una seconda vita. Ed è una vita per la causa dell’istruzione”

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