Rifugiati e migranti: mappe, app e risorse sul web

Mondo

Floriana Ferrando

Uno screenshot di “Arriving in Berlin – A map made by refugees” , la mappa in aiuto dei rifugiati giunti a Berlino.
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In questi mesi, online sono nate molte iniziative con l'obiettivo di dare una mano a chi è costretto ad abbandonare il proprio paese. Tra le ultime, una mappa interattiva di Berlino che raccoglie le risorse più importanti per chi arriva nella capitale tedesca. E poi, servizi per individuare un alloggio, per tradurre un documento o cercare assistenza

Un progetto di solidarietà per i rifugiati, dai rifugiati. Mentre l’Ue sta programmando piani di ricollocamento per le decine di migliaia di persone arrivate in Europa negli ultimi mesi, a Berlino viene pubblicata online una mappa interattiva per assistere chi è appena approdato nella capitale tedesca.

Si chiama “Arriving in Berlin” ed è solo l’ultima tra le tante iniziative nate in aiuto a profughi e migranti. E se spesso sono proprio i social media a raccontare la vita dei rifugiati, non c’è da stupirsi se un aiuto concreto, anche alla comprensione di quanto avviene, arrivi dall’ambiente digitale.

 

Un’infografica realizzata dall’agenzia finlandese Lucify racconta per esempio gli spostamenti dei rifugiati dall’inizio del 2012 a settembre 2015, basandosi sui dati relativi ai richiedenti asilo politico nei paesi europei pubblicati mensilmente dall’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR).  

 

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Mappa interattiva di Berlino – Dove si possono trovare a Berlino servizi di consulenza gratuiti per i rifugiati? E dove si tengono lezioni di tedesco? E ancora, c’è qualche medico che parla farsi? La mappa collaborativa battezzata “Arriving in Berlin – A map made by refugees” è stata realizzata in collaborazione con alcune istituzioni locali da un gruppo di rifugiati residenti presso la casa famiglia Haus Leo. Si propone come una guida per individuare sul suolo berlinese le risorse chiave per i migranti che arrivano nel paese. Non mancano anche indirizzi utili per il tempo libero e segnalazioni di ristoranti e negozi capaci di soddisfare le esigenze di coloro che provengono dal Medio Oriente.

 

Tradotto in inglese, arabo e farsi, il progetto collettivo di mappatura raccoglie l’indicazione di oltre 250 servizi: ogni area tematica è contraddistinta da un logo di colore differente e cliccando sull’icona dedicata si visualizza una scheda informativa che riporta il nome della struttura consigliata, i servizi offerti e il modo per raggiungerla. Derivata soprattutto dall’esperienza personale dei rifugiati che hanno collaborato alla sua realizzazione, la mappa è in continuo aggiornamento e può essere arricchita con commenti, storie personali, rappresentazioni e molto altro.

 

<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p lang="de" dir="ltr">Diese Online-Karte hilft Flüchtlingen, sich in Berlin zurechtzufinden: <a href="https://t.co/rbmK3re0IE">https://t.co/rbmK3re0IE</a> <a href="https://t.co/htdTNaLcLF">pic.twitter.com/htdTNaLcLF</a>&mdash; WIRED Germany (@WIRED_Germany) <a href="https://twitter.com/WIRED_Germany/status/660507894429917184">31 Ottobre 2015</a></blockquote><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

TechFugees arriva in Italia – Programmatori e startupper possono davvero aiutare i migranti e i rifugiati? È nata da questa riflessione la decisione di Mike Butcher, editor di Tech Crunch, di dare vita ad un gruppo di volontari disposti a collaborare per mettere il crowdsourcing al servizio della gestione dell’emergenza in Europa.

D’altronde, spiega lo stesso Butcher, “oggi gli smartphone sono economici. E possono rappresentare un’importante risorsa per l’integrazione dei rifugiati”. Tutto ha avuto origine dal gruppo Facebook TechFugees, che oggi conta quasi 2000 iscritti. Dopo divesri appuntamenti in Europa, Mike Butcher punta anche sull’Italia. L’appuntamento con TechFugees è per il 5 e 6 novembre: ad ospitarlo sarà H-Farm, primo acceleratore italiano di startup con sede a Treviso, con il sostegno di Croce Rossa Italiana, Save the Children e INTERSOS. Il progetto di Butcher è sostenuto da una campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 5000 sterline in un mese.

La Routard illustrata – Se una mappa non bastasse per superare le barriere linguistiche, la Routard, leader francese nel settore di viaggi e turismo, ha messo a punto una sorta di vocabolario illustrato per aiutare i rifugiati che non conoscono la lingua a farsi capire dalla gente del posto: è bastato piazzare al posto delle parole dei disegni perché il linguaggio diventasse universale.

Per il direttore della Routard, Philippe Gloaguen, “il governo francese ha deciso di ospitare solamente 24 mila rifugiati (…). Dunque – continua - spetta a ciascuno di noi, a seconda delle proprie risorse e possibilità, aiutarli”. La guida, intitolata “Hello!”, è distribuita gratuitamente presso le organizzazioni che si occupano di accoglienza. Qui è possibile scaricarne una copia in pdf.

<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p lang="fr" dir="ltr">Aujourd&#39;hui, dans <a href="https://twitter.com/le_Parisien">@le_Parisien</a>, la belle initiative de <a href="https://twitter.com/hashtag/PhilippeGloaguen?src=hash">#PhilippeGloaguen</a>, fondateur du <a href="https://twitter.com/GuideDuRoutard">@GuideDuRoutard</a>. <a href="https://twitter.com/hashtag/Hello?src=hash">#Hello</a> <a href="http://t.co/Yexxap2033">pic.twitter.com/Yexxap2033</a>&mdash; ComProd (@ComprodRP) <a href="https://twitter.com/ComprodRP/status/646984859613818880">24 Settembre 2015</a></blockquote><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>



Facebook e Google - Mark Zuckerberg si è detto intenzionato a collaborare con l’Onu per portare internet nei campi profughi, in modo da fornire ai migranti uno strumento in più per cominciare una nuova vita. Non è da meno Google, che ha creato un sito web “leggero” (mobile-friendly, è stato definito) per fornire informazioni di carattere pratico ai rifugiati sbarcati sull’isola greca di Lesbo, per poi espandere il servizio ad altre località. Anche Google si propone poi di  superare le barriere linguistiche.

 

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App e mappe - Tuttavia una gran parte dei progetti che possono concretamente dare una mano a chi è in fuga dal proprio paese sono nate in questi mesi "dal basso" e da associazioni no profit. Per esempio, c’è Refugee Hero, startup creata da tre giovani imprenditori olandesi per offrire un alloggio mettendo in contatto rifugiati e istituzioni come scuole, moschee, chiese, università, simile alla già consacrata no profit Refugees Welcome, conosciuta anche come l’Airbnb dei rifugiati, e a Project Temp Home, che sta muovendo i primi passi Oltremanica. 

InfoAid, invece, è un’app gratuita che tiene informati sulla chiusura delle frontiere ungheresi e sulle vie di trasporto all’interno del paese, mentre per capire dove ci si trova e come muoversi è possibile affidarsi agli itinerari proposti da Maps.me, che funziona anche offline. I migranti in Croazia possono fare affidamento su questa mappa che traccia le zone minate. Refugee Maps è invece un servizio che geo-localizza su una mappa dell’Europa organizzazioni, gruppi Facebook, associazioni no-profit ed eventi legati all’emergenza migranti.
Un gruppo Facebook mette a disposizione dei migranti in Croazia tutti i documenti necessari per inoltrare la richiesta di asilo politico. Mentre contatti utili per i profughi sbarcati in terra ellenica sono forniti da First Contact.

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