Nablus, palestinesi bruciano la Tomba di Giuseppe. Quattro morti nel "giorno della collera"

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Il rogo è stato appiccato con bottiglie incendiarie. Ira di Israele: questo attacco ricorda le azioni degli islamici più estremisti. Coloni bloccano l'accesso alla città. Abu Mazen condanna il gesto e annuncia un’indagine. Intanto, sale il bilancio dei palestinesi rimasti uccisi in Cisgiordania e Gaza

Il "Venerdì della collera palestinese" a Gerusalemme e in Cisgiordania ha scatenato una nuova ondata di violenze iniziate con l'incendio appiccato dai palestinesi alla tomba di Giuseppe, a Nablus. Il rogo al luogo sacro agli ebrei e ai cristiani è stato condannato anche dal presidente dell'Anp, Abu Mazen, che ha parlato di "atto irresponsabile" e "deciso di formare immediatamente una commissione d'inchiesta" e di "far riparare i danni causati da questo gesto deplorevole".

Ira di Israele - L'attacco dei giovani palestinesi alla Tomba di Giuseppe ricorda "le azioni dei più estremisti elementi islamici, dall'Afghanistan alla Libia" ha detto il direttore generale del ministero degli esteri israeliano Dore Gold condannando l'attacco "compiuto solo perché è un luogo dove gli ebrei pregano". Secondo Gold, il fatto dimostra "cosa accadrebbe se i luoghi santi a Gerusalemme fossero nelle mani della leadership palestinese". "Solo Israele - ha concluso - può proteggere" i luoghi santi di tutti a Gerusalemme.

Tomba di Giuseppe, luogo di attrito tra Israele e Anp - La Tomba di Giuseppe di Nablus è da anni luogo di attriti fra israeliani e palestinesi. Secondo una tradizione di epoca bizantina, sotto ad una grande pietra riposano le spoglie di Giuseppe. Si tratta del figlio di Giacobbe e di Rachele che, nel racconto biblico, divenne influente consigliere del Faraone d'Egitto. In punto di morte espresse la volontà di essere sepolto nelle terre della famiglia a Sichem (la attuale Nablus). In seguito alla guerra dei sei giorni (1967) la tomba è tornata ad essere frequentata da fedeli ebrei in numeri crescenti e nell'edificio vicino è stato aperto un collegio rabbinico.
Ma con gli accordi di Oslo (1993), Nablus ottenne lo status di città autonoma palestinese e la Tomba rimase al suo interno come "enclave" aperta al culto ebraico. Da allora, nei momenti di maggiore tensione politica, il santuario è stato oggetto di attacchi (anche cruenti) di miliziani palestinesi. Così avvenne nel 1996, in due occasioni nel 2000, e poi ancora nel 2002. Da allora, in base ad accordi fra Israele ed Anp, gruppi organizzati di fedeli ebrei hanno accesso una volta al mese alla Tomba di Giuseppe, scortati dall'esercito israeliano.

Venerdì della collera -
La situazione resta dunque tesissima nella regione, dove in concomitanza con il venerdì di preghiera, Hamas e Jihad Islamica hanno esortato a colpire l'esercito israeliano. La polizia, dispiegata in massa, ha vietato l'accesso alla Spianata delle Moschee, epicentro delle recenti tensioni, ai maschi sotto i 40 anni. A Kiryat Arba, insediamento alle porte di Hebron, un soldato di 20 anni è stato accoltellato da un palestinese che è stato poi ucciso dalle forze di sicurezza. L'uomo indossava una pettorina gialla da giornalista. Alla fne delal giornata saranno 4 i palestinesi rimasti uccisi. Due palestinesi sono stati colpiti a morte durante le proteste scoppiate al confine con la Striscia di Gaza, nella zona nord dell'enclave. Un altro è stato ucciso in scontri a Beit Furik, vicino Nablus.

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