A San Francisco arrivano le (finte) No-Tech Zone

Mondo

Nicola Bruno

Credit: Cash Studios
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Un ex dipendente di Facebook ha affisso una serie di cartelli nelle aree verdi della città, definite “zone senza tecnologia”, in cui sarebbero previste finte multe da 300 dollari per i trasgressori. Una provocazione per invitare a riflettere sul ruolo di smartphone e tablet sempre più pervasivi nel nostro tempo libero

Il primo cartello è comparso il mese scorso su un palo della centralissima Alamo Square: il simbolo di divieto su uno smartphone e un “No Tech Area” a caratteri cubitali, seguito dal testo: “Cellulari, tablet, laptop e altri dispositivi smart sono vietati. Previste multe di 300 dollari per i trasgressori”. Molti residenti hanno subito pensato a un nuovo, assurdo divieto delle autorità del posto, che però hanno negato qualsiasi coinvolgimento e, anzi, hanno ben pensato di rimuovere al volo il segnale. Nel frattempo su Twitter e gli altri social network era già partita il tam-tam tra sorpresa e indignazione. Sono passate poco più di tre settimane e, lo scorso weekend, i misteriosi cartelli sono di nuovo ricomparsi in diversi parchi e aree di San Francisco: è successo di nuovo ad Alamo Square, ma anche a Washington Square, Duboce Park, Mission Dolores Park, Alta Plaza Park. E questa volta è venuto allo scoperto anche l’autore del gesto: si tratta di Ivan Cash, un artista di 29 anni che in precedenza ha lavorato a Facebook e ora ha deciso di mettersi in proprio. Obiettivo dei segnali? Far riflettere le persone sul ruolo della tecnologia e dei dispositivi mobili, come è ben spiegato anche in un video realizzato dallo stesso Cash. Il filmato parte con gli annunci del 2013 sulla fornitura di wi-fi gratis in 30 parchi cittadini e poi si focalizza sulle conseguenze due anni dopo: sempre più persone attaccate al proprio smartphone, incapaci di interagire tra di loro o di godere del contatto con la natura.



“Spero che questi cartelli ci spingano a pensare più criticamente al ruolo della tecnologia e forse anche a lasciare il nostro telefono a casa un giorno a settimana - ha spiegato Ivan Cash a Fast Company - Spero che servano quantomeno a resistere all’impulso di controllare lo smartphone ogni volta che usciamo da un cinema, atterriamo da un aereo, ci fermiamo a un semaforo rosso, ci svegliamo la mattina, ci sediamo su una panchina al parco, o finiamo di leggere questo testo”.


Nel frattempo Ivan Cash ha deciso di lanciare un sito dove è possibile acquistare i cartelli. Al di là dei risvolti commerciali, l’operazione è di sicuro riuscita a riportare attenzione sul ruolo della tecnologia nelle nostre vite. Soprattutto in una città come San Francisco dove da tempo i residenti discutono dell’impatto che la vicina Silicon Valley (dove lavorano i ricchissimi dipendenti di Google, Apple e Facebook) sta avendo sulle comunità locali, tra affitti ormai alle stelle e costo della vita proibitivo per chi non lavora nel settore hi-tech.

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