Il premier Davutoglu: "Le vittime sono 97. Si segue soprattutto la pista jihadista". Il partito filo-curdo Hdp parla invece di 128 morti. Due bambine, una di 3 e l'altra di 9 anni, sono state uccise durante le proteste all'indomani della strage di Ankara
Il governo turco ha ufficializzato che privilegia la pista dell'Isis per la strage del 10 ottobre durante la marcia pacifista ad Ankara, facendo sapere che si è vicini a identificare uno dei due kamikaze, entrambi uomini. Il primo ministro Ahmet Davutoglu aggiorna poi a 97 il numero dei morti, tra cui un cittadino palestinese. Al momento sono 92 le vittime identificate e 91 quelle riconsegnate alle famiglie. Bilancio che differisce da quello diffuso dal partito filo-curdo Hdp, che parla di 128 morti.
Uccise due bambine - Gli sviluppi nelle indagini, però, non placano la rabbia dei filo-curdi e dei tanti turchi indignati per il duplice attentato nella capitale. Inoltre, si è appreso che nelle proteste di domenica sono morte due bambine: una di tre 3 anni a Adana, colpita a morte da spari dalla polizia, e l'altra di 9 anni, nella provincia sud-orientale di Diayarbakir, centrata da tre proiettili.
Isis, pista privilegiata -La strage che ha colpito il raduno dei manifestanti che avrebbero dovuto partecipare alla marcia pacifica per chiedere la fine degli scontri tra Pkk ed esercito turco nel sudest del Paese, che non è ancora stata rivendicata (le foto - i video). Il governo turco, però, afferma di essere vicino all’identificazione di uno dei due kamikaze e conferma che si segue soprattutto la pista jihadista: "Se si guarda alle modalità con cui è stato compiuto questo attentato, consideriamo che le indagini sull'Isis sono la nostra priorità” spiega il premier Ahmet Davutoglu.
“Fermiamo la vita”, la Turchia in sciopero – Intanto, il Paese si stringe attorno alle vittime dei famigliari e, dopo la manifestazione di domenica, torna in piazza. "Fermiamo la vita": con questo slogan oggi e domani centinaia di migliaia di turchi si asterranno dalle loro attività quotidiane in segno di solidarietà.