Obama sull'Isis: "Sono circondati". Renzi: "In Libia pronti a ruolo guida"

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Il presidente Usa al summit Onu sul terrorismo: "Lo Stato islamico può essere sconfitto". Sulla Siria: "Tutti i Paesi, anche Russia e Iran, devono sedere al tavolo per trovare un meccanismo politico che assicuri la transizione". Il premier: "Vinceremo battaglia". E sull'immigrazione: "La questione rifugiati è epocale"

"Parlo a nome di un popolo generoso e responsabile che si impegna nel salvataggio di migliaia di fratelli e sorelle nel cuore del Mediterraneo". Con queste parole il premier italiano Matteo Renzi ha avviato il suo intervento all'Onu (video integrale), in un altro giorno intensissimo sul fronte delle relazioni internazionali nel Palazzo di Vetro. "L'idea di nuovi muri - ha detto - è intollerabile". "Noi siamo stati i primi - ha rivendicato Renzi - a cogliere la dimensione epocale di quel che stava avvenendo. La questione dei rifugiati non è una questione di numeri o un problema organizzativo. Il problema vero è la paura che attraversa la nostra società". Ma l'Europa "è nata per sconfiggere la paura".

 

Libia, Renzi: "Pronti a ruolo guida se governo ce lo chiede" - Il premier italiano ha parlato poi della guerra in Siria: "Abbiamo preso atto del fallimento dell'inerzia" e bisogna avere "coraggio di guardare in faccia la realtà: l'Isis è un nemico pericoloso alle nostre porte". Sul fronte nordafricano, invece, "se il governo libico ce lo chiede, l'Italia è pronta ad un ruolo guida per l'assistenza e la stabilizzazione" del Paese". Tra i temi affrontati dal premier, anche quello della pena capitale:  l'Italia "non si stancherà di lavorare per la moratoria sulla pena di morte", ha detto, "su questo riprendo le parole del Santo Padre qui e al Congresso Usa". Davanti alle sfide delle Nazioni Unite, ha concluso il presidente del Consiglio, "l'Italia non si tira indietro. Per questo ha presentato la sua candidatura per un seggio non permanente con il motto 'Costruire la pace di domani'".

 

 

Obama: "Sono ottimista" - Poco prima dell'intervento del premier, Barack Obama, intervenendo ad un summit sul terrorismo organizzato dalle Nazioni Unite, e parlando dell'Isis, aveva detto di essere “ottimista. In Iraq e Siria l'Isis è circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia” (video). Ma il presidente Usa ha ribadito che “sconfiggere l’Isis in Siria esige un nuovo leader”, confermando come sia sua "convinzione" il fatto che l'annientamento dei jihadisti passa necessariamente per l'uscita di scena di Bashar al-Assad.

Le parole di Obama - Obama ha parlato davanti a un centinaio di capi di Stato e di governo, tra cui Matteo Renzi, durante un vertice a margine dei lavori per la settantesima sessione ordinaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "L'Isis può essere sconfitto dove c'è un governo e un Paese che lavorano in coordinamento con la coalizione", ha detto. Parole che potrebbero acuire ancora di più le frizioni con il Cremlino, alleato storico del regime di Damasco. “Tutti i Paesi, compresi Russia e Iran, devono sedere al tavolo per trovare un meccanismo politico che assicuri la transizione in Siria”, ha aggiunto il leader americano.



Il sostegno dell'Italia -
“Siamo di fronte alla più grande coalizione mai vista. Serve grande responsabilità e l'Italia è intenzionata a dare un sostegno risoluto”, ha detto invece il premier italiano Renzi, durante quel summit, prima di parlare in Assemblea. Renzi ha ribadito il suo appoggio ad Obama. “Dobbiamo vincere la battaglia”, ha aggiunto, ricordando che l'attenzione non deve essere solo su Siria e Iraq ma anche su "Africa e in particolare, per quel che interessa l'Italia, Libia". Il presidente del Consiglio ha rilanciato l'allarme rappresentato dalla propaganda jihadista su internet: “I social network sono il luogo della libertà ma pongono anche dei seri rischi per quel che riguarda il reclutamento di militanti estremisti e il fenomeno dei terroristi 'fai da te'”. Poi, sulla cultura attaccata dai terroristi: “È la nostra identità, va difesa”.


Ban: "Foreign fighters da oltre cento Paesi" -
Al summit ha preso la parola anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. “La minaccia posta da gruppi estremisti come l'Isis sta crescendo, i dati dell'Onu mostrano un aumento del 70 per cento dei cosiddetti foreign fighters da oltre cento Paesi verso le regioni di conflitto", ha detto.

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