Migranti, sì al piano di ricollocamento. Contrario il blocco dell'Est

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Dal vertice Ue via libera a maggioranza qualificata. Ma l'Europa si spacca: Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria votano contro il documento sulla redistribuzione di 120mila profughi da Italia e Grecia. La Finlandia si astiene

Crisi migranti, l'Ue ci riprova: i ministri dell'Interno dei Ventotto si sono riuniti a Bruxelles per tentare di risolvere il braccio di ferro su come ricollocare 120mila rifugiati, giunti in Europa nelle ultime settimane e mesi (LO SPECIALE - LE FOTO - I VIDEO). Il risultato, dopo circa tre ore di trattative, è il via libera a maggioranza qualificata. La Ue, infatti, si spacca e non raggiunge l'unanimità. Votano contro il documento i paesi dell'ex blocco dell'Est: Repubblica ceca, Slovacchia, Romania e Ungheria. Astenuta la Finlandia.
"Molto presto ci accorgeremo che il re è nudo", ha scritto sul suo profilo Facebook il ministro dell'Interno ceco, Milan Chovanec, citando la celebre fiaba di Hans Christian Andersen. Per il ministro, l'approvazione delle quote dei migranti "la sconfitta della ragione". Soddisfatto, invece, il titolare del Viminale, Angelino Alfano: "Abbiamo ottenuto quello che volevamo" ma "la piccola nota amara è che è arrivato con un biennio di ritardo" (VIDEO)

Via libera a maggioranza - Secondo quanto si apprende, in una prima fase verranno redistribuiti 15.600 profughi dall'Italia e 50.400 dalla Grecia, come inizialmente previsto dalla proposta: i 54 mila che avrebbero dovuto partire dall'Ungheria, che invece si è opposta al meccanismo rinunciando anche alla sua "quota", saranno redistribuiti in una seconda fase fra le stesse Italia e Grecia.
La presidenza lussemburghese avrebbe preferito ottenere un consenso e aveva per questo già eliminato dal testo della proposta l'obbligatorietà della ripartizione, ma poiché i quattro paesi "ostili" non hanno cambiato idea si è deciso di procedere con il voto, visto che per questi temi è previsto che le decisioni possano essere prese a maggioranza qualificata. Il testo approvato prevede che ai paesi che, per motivi eccezionali, chiedono di non accogliere una parte dei profughi assegnati, sia concessa una proroga di non più di un anno per non più del 30% dei richiedenti asilo che gli spetterebbero.

Ocse: crisi senza precedenti - Intanto, in un rapporto, l'Ocse ha avvertito che la crisi "senza precedenti" durerà ma ha aggiunto che l'Europa "ha la capacità e l'esperienza per farvi fronte (FOTO). Certo, ha aggiunto, l'ondata migratoria rappresenta una "crisi umanitaria con un costo umano spaventoso e inaccettabile", che nel solo 2015 potrebbe portare a un milione di richieste di asilo nell'Ue.



Muri e barriere - Nel tentativo di frenare l'ondata di profughi, il governo ungherese continua fare ricorso alla costruzione di nuove barriere: un decreto firmato dal premier, Viktor Orban, chiede ai ministri dell'Interno e della Difesa di preparare nuove barriere, anche se non specifica dove (la stampa ipotizza che potrebbe essere nella provincia di Zala, alla frontiera con la Croazia, da dove entrano dalla settimana scorsa migliaia di rifugiati ogni giorno).

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