Migranti, traghetto urta barcone: 13 morti. Continua marcia verso Austria

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Una nave della Marina Militare in rotta verso Catania

Ci sono anche 4 bimbi tra le vittime a Canakkale, in Turchia, dove un'imbarcazione carica di profughi si è scontrata con una nave. Nuovo naufragio davanti all'isola greca di Lesbo: diversi dispersi. Ancora sbarchi in Italia. E, sulla rotta balcanica, sono oltre 20mila le persone arrivate in territorio austriaco da sabato. L'Ungheria attacca la Croazia

Vittime sui barconi, sbarchi, operazioni di salvataggio, ancora arrivi via terra e via mare: non si ferma l’emergenza migranti (FOTOVIDEO - SPECIALE).

Scontro in mare in Turchia - Almeno 13 profughi, tra cui 4 bambini, sono morti dopo che l’imbarcazione sulla quale viaggiavano si è scontrata con un traghetto al largo della città portuale di Canakkale, nella Turchia nord occidentale. Otto migranti, secondo la guardia costiera turca, sono stati portati in salvo e le ricerche di altri eventuali superstiti sono ancora in corso.

I naufragi all’isola di Lesbo - Continuano le ricerche anche davanti alla costa dell’isola greca di Lesbo, dove tra sabato e domenica sono naufragati due barconi. Nella notte è affondata un’imbarcazione con a bordo 46 migranti: di 26 si sono perse le tracce. Qualche ora prima, nelle stesse acque, era affondato un barcone con 27 persone a bordo: nella sciagura era morta una bimba di 5 anni e, mentre 13 persone erano state portate in salvo, altre 13 risultano disperse. La guardia costiera greca, poi, ha recuperato il cadavere di una bimba di 6 anni, ma non è ancora chiaro su quale dei barconi affondati viaggiasse la piccola.

Gli sbarchi in Italia -
Insieme alle operazioni di salvataggio, non si fermano gli sbarchi in Italia. A Pozzallo, a bordo di due navi, sono arrivati 672 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Altre 379 persone, insieme alla salma di una donna, sono arrivate a Porto Empedocle. Il porto di Reggio Calabria, poi, ha accolto una nave di Medici senza Frontiere con 877 migranti, quello di Crotone una della guardia costiera con altre 1.137 persone.


I corridoi verso l’Austria e le accuse dell'Ungheria -
Il cammino dei migranti continua anche via terra. Oltre 25mila persone sono entrate in Croazia dalla Serbia dal 16 settembre scorso. Molti dei profughi vengono portati in autobus o treni al confine ungherese, lì vengono spostati su altri bus ungheresi che li portano al confine con l'Austria, dove il flusso continuo sta creando i primi problemi. Da sabato le persone arrivate in territorio austriaco sono oltre 20mila. La Croazia, trasportando migliaia di profughi al confine ungherese senza alcun controllo né identificazione, “partecipa de facto al traffico illegale di esseri umani”, ha detto un portavoce del governo di Budapest.
Come chiesto dalla Serbia, intanto, è stato riaperto al traffico il valico di Horgos 1, alla frontiera con l’Ungheria, rimasto chiuso per alcuni giorni dopo le tensioni tra profughi e polizia. Resta ancora chiuso il vicino valico di Horgos 2. Ma La terra di nessuno in corrispondenza dei due valichi si è praticamente svuotata dopo che i profughi, di fronte al muro invalicabile ungherese, hanno cambiato itinerario dirigendosi verso Croazia e Slovenia per poi proseguire verso Austria e Germania. Il governo di Budapest, oltre alle barriere di filo spinato, per rafforzare i controlli alle frontiere sabato ha richiamato circa 500 riservisti: i primi mezzi militari sono stati avvistati vicino al confine croato.

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