Migranti: tensione tra Ungheria e Croazia. Budapest alza un altro muro

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Il premier Orban annuncia l'inizio dei lavori. Zagabria, dove in 48 ore sono arrivati oltre 15mila profughi, apre un corridoio verso l'Austria: dopo uno stop, ai bus carichi di profughi sarebbe stato concesso di varcare il confine ungherese. Si registrano nuove vittime: in un naufragio al largo della Turchia è morta una bimba di 4 anni, un uomo è rimasto fulminato nell'Eurotunnel

Una bambina di 4 anni è annegata nel naufragio di un barcone al largo della Turchia, mentre un siriano è morto fulminato sul tetto di un treno merci nell'Eurotunnel. Intanto, con l'arrivo di oltre 15mila migranti dalla Serbia in sole 48 ore, la Croazia è già al collasso. E al confine tra il Paese e l'Ungheria la tensione riamane alta sia per i disordini tra profughi e polizia sia per questioni politiche (LO SPECIALE  - FOTO - VIDEO)

La Croazia si chiude e apre un corridoio verso l'Austria - Il governo di Zagabria ha annunciato che non può sopportare e non accetterà il peso di migliaia di migranti più a lungo e non li potrà né registrare né ospitare. "Sarà assicurata loro assistenza provvisoria e saranno lasciati andare", ha avvertito il premier Zoran Milanovic. Il suo Paese ha deciso di aprire un corridoio verso il Nord Europa: stando ai media, bus croati con a bordo i migranti si stanno dirigendo verso il confine ungherese con l’obiettivo di arrivare poi in Austria. In un primo momento agli autobus non è stato concesso di entrare in Ungheria. Poi, invece, le autorità locali li avrebbero lasciati passare. Secondo alcuni testimoni, a Beli Manastir i profughi sarebbero stati spostati su pullman ungheresi diretti verso il confine austriaco. Il ministro degli Esteri di Budapest, però, ha negato che ci sia stato tra il suo Paese e la Croazia un accordo su questi bus.

L'Ungheria alza un altro muro
- Proprio oggi, il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato che è già iniziata la costruzione della nuova barriera lungo i 41 chilometri di confine terrestre con la Croazia. Al lavoro ci sono 600 soldati, entro domenica saranno 1.800. La decisione, ha detto Orban, è stata presa perché l’Ungheria, sull’emergenza migranti, “non può contare sull’aiuto né della Serbia né della Croazia né dell’Europa occidentale”.

+85% di richieste di asilo -
L'Ue, intanto, ha fornito gli ultimi numeri della crisi: 213mila le richieste di asilo pervenute da aprile a giugno, con un incremento dell'85% rispetto allo stesso periodo nel 2014. Il ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier ha avvertito il blocco dei Paesi dell'est che si oppone alle quote: "Se non ci sarà un'altra strada dovremo valutare seriamente il ricorso allo strumento della decisione a maggioranza".

Ancora una tragedia del mare -
Mentre si discute su come affrontare l'emergenza, una nuova tragedia del mare è avvenuta al largo della costa di Cesme, nella provincia occidentale turca di Smirne. A perdere la vita è stata una bambina siriana di 4 anni. In salvo gli altri 14 profughi, tra cui 8 bambini, che si trovavano a bordo della barca che si è rovesciata. Un altro siriano, poi, è morto fulminato in un sito del tunnel della Manica: si aggiunge alla lista degli altri 9 migranti morti nel tentativo di raggiungere la Gran Bretagna dalla Francia.

 

 


Oltre 442mila rifugiati e migranti nel Mediterraneo - E arrivano i nuovi dati dell'agenzia per i rifugiati dell'Onu, secondo la quale nel 2015 sono arrivati nel Mediterraneo oltre 442mila tra migranti e profughi. Le vittime, purtroppo, sono state oltre 2mila.

 

 

Arresti - Intanto la Guardia Costiera libica ha arrestato 124 migranti, tra i quali otto donne, in procinto d'imbarcarsi verso l'Europa a Gasr Qarabulli, la vecchia Castelverde dell'epoca coloniale italiana, una sessantina di chilometri a est di Tripoli, uno dei punti di partenza più comunemente utilizzati dagli scafisti in Libia. La cattura di massa sarebbe avvenuta sulla base di non meglio precisate "informazioni", molto probabilmente una soffiata. Due cittadini siriani sono stati invece arrestati a Eindhoven, nel sud dell'Olanda, con l'accusa di aver organizzato una rete illegale attraverso la quale centinaia di loro connazionali sarebbero entrati clandestinamente in territorio comunitario.

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