Migranti, intesa a metà sul ricollocamento: niente documento conclusivo

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Il vertice di Bruxelles non raggiunge l'unanimità di intenti: i dettagli della ripartizione verranno discussi a ottobre. Accordo sulla prima tranche di 24mila che andranno via dall'Italia. Arriva l'ok per l'uso della forza contro gli scafisti. Intanto tornano i controlli alle frontiere in molti Paesi. L'Ungheria ha chiuso l'ultimo passaggio ancora aperto del muro di 175 km eretto lungo frontiera con la Serbia, a Roszke 

Accordo a metà fra i ministri degli interni Ue sul piano per affrontare l'emergenza immigrazione. Una "larga maggioranza" dei paesi Ue è d'accordo con la ripartizione di 120mila rifugiati ma alcuni paesi (in particolare Ungheria, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca, mentre la Polonia è rimasta più neutra) si sono opposti al testo di conclusioni proposto al Consiglio dei ministri degli Interni. I dettagli della ripartizione verranno dunque negoziati nel prossimo mese, per essere decisi al prossimo Consiglio dell'8 e 9 ottobre a Lussemburgo: in quella occasione, il Consiglio potrà decidere a maggioranza qualificata, mentre per approvare le conclusioni già a questa riunione sarebbe stata necessaria l'unanimità.

 

Accordo non raggiunto -  Da un lato, dunque, c'è il via libera sulla realizzazione degli hotspot, sulla politica dei rimpatri e sul rafforzamento di Frontex, mentre la divisione è sorta sugli impegni alla redistribuzione di 120mila persone. "Serve un ulteriore sforzo", ha detto il ministro francese Bernard Cazeneuve. In un tweet il governo lussemburghese, presidente di turno, ha parlato di "accordo di principio" sul ricollocamento di 120mila migranti". "Non sono tutti a bordo al momento", ha commentato il ministro lussemburghese, Jean Asselborn.

 

Alfano soddisfatto - Il ministro dell'Interno italiano Angelino Alfano ha ribadito che "per le cose che interessavano a noi è andata bene". "E' stata largamente condivisa anche la scelta di una seconda tranche di riallocazione nel resto d'Europa" di 120mila migranti, che porta a "oltre 40 mila migranti che potranno andare via dall'Italia". Secondo Alfano "alla fine entra in crisi Dublino, quello che più ci aveva influenzato in questi anni". In giornata il ministro aveva detto che una "strategia corretta" per affrontare l'emergenza è quella di "collocare nei 28 Paesi coloro i quali chiedono l'asilo con una distribuzione equa e al tempo stesso organizzare un sistema efficiente dei rimpatri pagato dall'Ue".
 

Uso della forza contro gli scafisti - Dalle riunioni di Bruxelles è arrivato comunque il via libera formale all'uso della forza contro gli scafisti nel Mediterraneo entro i primi di ottobre. Accordo raggiunto invece sulla redistribuzione dei primi 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia agli altri Paesi dell'Unione. Il programma riguarderà rifugiati arrivati nei due Paesi fra il 15 agosto e il 16 settembre.

 

Gentiloni: "Ricollocamento sia permanente" - "L'Italia si aspetta un meccanismo di ricollocamento permanente e obbligatorio dei migranti" fra i Paesi europei ha detto da Londra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni auspicando anche un coinvolgimento della Gran Bretagna. "La storia recente dell'Ue nel Mediterraneo è una storia di fallimenti, bisogna essere onesti", ha poi notato.
 

Rifugiati riprendono la marcia - Intanto è ripresa la marcia dei rifugiati verso il nord dell'Europa. La Germania ha riaperto il traffico ferroviario con l'Austria e a sua volta quest'ultima ha ripreso a far entrare i migranti dall'Ungheria: 2.400 nella mattinata di oggi, che si aggiungono ai 16.600 giunti ieri attraverso i confini di Nickelsdorf e Heiligenkreuz, nello stato del Burgenland. Per l'Ungheria domenica è stato un giorno da record: 5.809 ingressi.



Controlli alle frontiere - Di fronte all'afflusso massiccio di migranti, si moltiplicano però i Paesi che ripristinano controlli temporanei alle frontiere usando la deroga prevista dagli accordi di Schengen: dopo l'annuncio della Germania, stamane è stata la volta di Austria, Slovacchia e Olanda che hanno deciso di tornare a richiedere i documenti ai valichi di confine. E interviene anche la Francia che, attraverso il ministro dell'interno francese, Bernard Cazeneuve, afferma che "sono già state date disposizioni" per ristabilire nuovamente i controlli alla frontiera con l'Italia "se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa".

 

Unhcr: Ungheria deporta migranti in Austria senza registrarli - Intanto, l'Ungheria ha chiuso l'ultimo tratto della controversa barriera eretta al confine con la Serbia per impedire il passaggio di decine di migliaia di migranti. Il completamento della lunga barriera di 175 chilometri è stato raggiunto con la posa di filo spinato al valico di Roszke. E dall'Agenzia Onu per i rifugiati arrivata la denuncia: l'Ungheria sta utilizzando treni speciali per trasportare i migranti che arrivano dalla Serbia direttamente al confine con l'Austria, senza alcuna registrazione. "Dopo aver attraversato il confine, queste persone arrivano al punto di raccolta a Roszke dove non viene applicatra alcuna procedura", ha sottolineato Erno Simon, rappresentante regionale per il centro Europa dell'Unhcr.

 



Un milione di rifugiati in Germania nel 2015 - "I controlli temporanei - ha affermato Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel - non sono la stessa cosa di una chiusura delle frontiere. I rifugiati continueranno a venire in Germania e speriamo che ciò avvenga nel solco di un processo ordinato". Tutti i segnali ci dicono - ha sottolineato il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel scrivendo agli iscritti della Spd - che non saranno 800.000, come previsto dal ministero dell'Interno, ma un milione".

 

 

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