I connazionali sono dipendenti della società di costruzioni Bonatti, contractor internazionale che ha sede a Parma. Al Jazeera: sequestrati da milizie tribali
Quattro cittadini italiani, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, sono stati rapiti ieri in Libia vicino a un insediamento Eni mentre erano diretti verso l'impianto petrolifero e gasifero di Mellitah, a 60 km da Tripoli.
Gentiloni: difficile fare previsioni - La matrice dell'episodio non è ancora chiara, spiega il ministro Paolo Gentiloni, oggi a Bruxelles per il Consiglio Affari Esteri: "E' sempre difficile dopo poche ore capire la natura, i responsabili. Nella zona dove è avvenuto il sequestro - aggiunge il titolare della Farnesina - ci sono stati dei precedenti. Al momento ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e concentrare sul lavoro per ottenerne altre sul terreno". VIDEO
Procura Roma avvia indagine - La Procura di Roma, intanto, ha aperto un fascicolo di indagine. Si procede per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. Dopo la chiusura dell'ambasciata italiana a metà febbraio, la Farnesina "aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia", dice la nota del Ministero.
Al Jazeera: rapiti da tribù locali - Al Jazeera, intanto, avanza l'ipotesi che i quattro italiani siano stati rapiti da elementi vicini al cosiddetto "Jeish al Qabail" (L'esercito delle Tribù), le milizie tribali della zona ostili a quelle di "Alba della Libia" (Fajr) di Tripoli. Secondo quanto riferiscono fonti militari libiche, i nostri connazionali sarebbero stati sequestrati nel villaggio di al Tawileh, vicino Mellitah, e sono stati portati verso sud.
La società Bonatti ha sede a Parma - La Bonatti spa è un general contractor internazionale che ha sede a Parma. Offre, spiega il sito istituzionale dell'azienda, servizi di ingegneria, costruzione, gestione e manutenzione impianti per l'industria dell'energia. Ha sussidiarie o associate in Arabia Saudita, Egitto, Algeria, Kazakhstan, Austria, Messico Canada, Mozambico e Libia. Nella zona di Mellitah sono in corso diversi progetti in collaborazione con Eni, Snaporigetti e Greenstream, (il più grande metanodotto sottomarino in esercizio nel Mediterraneo: lungo 520 km, fino a profondità di oltre 1.100 metri, approda al terminale di Gela, in Sicilia, e dà all' Europa 10 mld di metri cubi di gas all' anno).
La situazione in Libia: lo SkyWall