Il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, annuncia che Budapest "non sospenderà l'applicazione di alcuna norma comunitaria". Ieri il governo ungherese aveva deciso di non voler più rispettare la Convenzione di Dublino
Marcia indietro dell'Ungheria sul tema degli immigrati. Il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, in un incontro con la stampa in cui non erano ammesse domande, ha affermato testualmente che "l'Ungheria non sospenderà l'applicazione di alcuna norma comunitaria". Ieri il Governo magiaro aveva annunciato unilateralmente la sospensione della Convenzione di Dublino, che regola le domande di asili nell'Unione Europea.
La Convenzione di Dublino - "Il sistema di asilo dell'Ungheria è sovraccarico, il più sovraccarico tra quelli degli Stati membri colpiti dall'immigrazione illegale", aveva detto il portavoce del governo.
Le regole sull'asilo sono state elaborate nei primi anni '90, e prevedono che le persone in cerca di rifugio facciano richiesta nel primo Paese europeo in cui giungono. La sospensione degli accordi si sarebbe tradotta con la negazione da parte di Budapest di riprendere i rifugiati giunti sul suo territorio e poi partiti per un altro Paese Ue.
La questione del muro - La scorsa settimana Budapest aveva annunciato la costruzione di un muro di 175 chilometri lungo il confine con la Serbia, proprio per frenare l'ingresso di migranti. Una decisione che ha scatenato la reazione dei leader della Ue che, secondo quanto riferisce una fonte del Consiglio europeo, domani sera si riuniranno per approvare una risposta europea "complessiva ed efficace" alla questione. "Non è possibile lasciare Serbia e Albania in una situazione di tensione", bisogna "evitare il ritorno dei muri", ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
La Convenzione di Dublino - "Il sistema di asilo dell'Ungheria è sovraccarico, il più sovraccarico tra quelli degli Stati membri colpiti dall'immigrazione illegale", aveva detto il portavoce del governo.
Le regole sull'asilo sono state elaborate nei primi anni '90, e prevedono che le persone in cerca di rifugio facciano richiesta nel primo Paese europeo in cui giungono. La sospensione degli accordi si sarebbe tradotta con la negazione da parte di Budapest di riprendere i rifugiati giunti sul suo territorio e poi partiti per un altro Paese Ue.
La questione del muro - La scorsa settimana Budapest aveva annunciato la costruzione di un muro di 175 chilometri lungo il confine con la Serbia, proprio per frenare l'ingresso di migranti. Una decisione che ha scatenato la reazione dei leader della Ue che, secondo quanto riferisce una fonte del Consiglio europeo, domani sera si riuniranno per approvare una risposta europea "complessiva ed efficace" alla questione. "Non è possibile lasciare Serbia e Albania in una situazione di tensione", bisogna "evitare il ritorno dei muri", ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi.