Omicidio Nemtsov, ceceno braccato da polizia si fa esplodere

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L'uomo, sospettato di aver avuto un ruolo nell'agguato in cui è morto l'oppositore russo, si è ucciso con una granata, dopo esser stato accerchiato in un appartamento di Grozny. Cinque finora gli arrestati per il delitto: uno di loro ha confessato. VIDEO

Un ceceno sospettato per l'omicidio del leader dell'opposizione russa Boris Nemtsov è stato accerchiato dalla polizia a Grozny, sabato sera, ma prima di essere catturato si è fatto saltare in aria con una granata. Lo riferiscono fonti investigative.
L'uomo era stato accerchiato in un appartamento della capitale cecena. Quando la polizia gli ha intimato di arrendersi, il sospettato, ha lanciato una prima granata contro gli agenti, senza causare feriti, poi ne ha fatta esplodere un'altra per uccidersi.

Per l’omicidio dell’oppositore di Putin sono stati finora arrestati 5 ceceni, accusati di aver avuto un ruolo nel delitto commesso lo scorso 27 febbraio a Mosca. Tra questi, due cugini, Anzor Gubashev e Zaur Dadayev, che avrebbe prestato servizio negli ultimi 10 anni nelle forze cecene. I due cugini sono stati incriminati per l'omicidio: Zaur Dadayev, avrebbe ammesso il suo coinvolgimento nell'omicidio, secondo quanto riferito dal giudice del tribunale di Mosca Basmanny, e resterà in carcere fino al 28 aprile. Per gli altri tre sospettati è stato confermato l'arresto.

Gli inquirenti, non escludono l'appartenenza dei sospettati ad un movimento islamico radicale del Caucaso e quindi, in tal caso, potrebbe rivelarsi non prima di fondamento una delle piste finora ipotizzate, forse la meno convincente: quella di una vendetta per le posizioni di Nemtsov sulla vicenda di Charlie Hebdo.

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